PORNOGRAFIA, IDOLATRIA DEL CORPO, PECCATO IMPURO SOLITARIO



La pornografia è indubbiamente un’altra tra le piaghe più purulente sorte dalle macerie di una “civiltà” che ha scelto di rinnegare due millenni di vita cristiana rinnovando il grido luciferino “non serviam!”. Il mare di fango e immondizia a cui assistiamo è indubbiamente frutto di una progressiva erosione della moralità e dei costumi, che ha portato, gradualmente, a considerare l’oscenità, l’indecenza e la volgarità come cose assolutamente ordinarie e normali all’interno della società post-moderna e, a detta di qualcuno, post-cristiana. I moderni mezzi di telecomunicazione (cinema, televisione e musica) hanno contribuito fortemente ad agevolare e accelerare forme e tempi di tale degradazione. Chi non ricorda le prime scene “osé” di alcune celebri pellicole dell’immediato dopoguerra, oppure le violente provocazioni dei nascenti “astri” della musica rock negli anni ’50 e ’60? Come ignorare l’effetto dirompente che ha avuto la rivoluzione studentesca e quella sessuale, concomitanti con la messa in circolazione delle prime pellicole a contenuto decisamente erotico? Di lì, il passo verso la vera e propria pornografia, con tutto il mare di oscenità che essa propina, è stato brevissimo. La prima tristemente celebre pellicola pornografica, un vero e proprio “cult” per gli appassionati di tale squallido settore, è datata 1972. Non citiamo volutamente né il titolo né gli attori perché ci sembrerebbe dare troppa importanza a ciò che dovrebbe essere cancellato ed eliminato per sempre dalla terra dei viventi. Da questa tragica data tuttavia, è stato un crescendo inarrestabile di provocazioni, scandali e perversioni di ogni genere, che oggi purtroppo trovano in Internet un canale propulsore incontrollabile ed altamente accessibile, con gravissimi danni soprattutto per i più giovani. Alcuni sondaggi non molto datati condotti tra gli adolescenti circa l’uso di Internet davano questa emblematica risposta: “Facebook, Messenger e siti porno”. I social network, in particolare, rappresentano la nuova frontiera della trasgressione, attraverso l’erotismo virtuale e l’adescamento dei minori. Le legislazioni, dapprima molto tolleranti, hanno cercato di prendere qualche distanza da tali fenomeni e di porre qualche limite, in modo comunque non sufficientemente adeguato. Nelle reti pubbliche di carattere nazionale è proibita la messa in onda di materiale pornografico in senso stretto, ma è diventato praticamente impossibile vedere un varietà, un talk-show o anche un innocente quiz televisivo dove non si debba assistere all’immancabile valletta o presentatrice in abiti a dir poco procaci, con una continua esposizione oscena e immorale di corpi statuari al pubblico spettacolo. L’età dell’innocenza dei fanciulli, grazie alla diffusione ormai apparentemente inarrestabile di tale immonda cultura, si è dapprima ridotta, fino, a detta di qualche esperto, a scomparire del tutto.
Tale peccato è ovviamente quanto di più grave possa esistere in questa materia, in qualunque modo sia commesso: attraverso la visione di film, la lettura di libri o riviste, l’imitazione ed emulazione degli atti osceni compiuti dagli operatori di tale infernale settore, il parlarne e il diffonderne in qualunque modo i contenuti. Sappiamo che Padre Pio era oltremodo severo in questa materia non solo, ovviamente, con i protagonisti, ma anche con coloro che anche in modo minimo e accidentale vi cooperassero in qualunque forma. Il santo del Gargano ripeteva che coloro che offendono Dio in tale gravissima materia pagano tutti e pagano caro, anche l’operaio che abbia messo un solo chiodo sul set dove si debba girare una scena a contenuto erotico. Una delle conseguenze più gravi del dilagare di tale pseudocultura è stata la diffusione del nudismo non solo tra gli addetti ai lavori del mondo dello spettacolo, ma anche tra la gente comune. Le mode invereconde dilaganti e pullulanti ormai da diversi anni, sotto gli occhi indifferenti e abituati di quasi tutti, non risparmiano più nemmeno i luoghi sacri, in un clima di imbelle e rassegnato silenzio, che diventa complicità con la diffusione del vizio e dell’immoralità. San Pio diceva che bastava avere le braccia scoperte per bruciare in Purgatorio… Sarebbe assai interessante vedere e sentire cosa direbbe e come reagirebbe dinanzi alla situazione attuale…
Il corpo dell’uomo e della donna è tempio dello Spirito Santo e deve essere trattato con rispetto e con pudore. La Madonna diede l’allarme a Fatima, ammonendo circa l’imminente diffusione di mode che avrebbero offeso molto Dio… Il mare di fango è divenuto ormai una marea montante dalle dimensioni incontrollabili… Non resta che augurarci che il Signore del cielo e della terra, che ama la purezza e aborre l’impurità, trovi il modo di porre fine a tali ignobili e indegni spettacoli.

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Siamo giunti all’ultima tappa del lungo itinerario di meditazione sui peccati contro il sesto comandamento. La materia ha richiesto una così ampia trattazione perché la Madonna, a Fatima, ammonì che i peccati che portano più anime all’Inferno sono quelli della carne, sentenza confermata da Satana in persona che, come ebbe a riferire don Giuseppe Tomaselli (esorcista salesiano morto in concetto di santità), affermò che tutti gli abitanti dell’Inferno erano lordati di impurità, specificando che molti erano dannati solo per questo peccato, altri per questo ed altri peccati, ma che comunque nessuno degli abitanti dei “piani inferiori” era esente da almeno qualche peccato contro il sesto comandamento.
Si ricorderà che, a suo tempo, avevamo distinto la trattazione in quattro parti: peccati impuri contro la santità del matrimonio, peccati contro la vita come frutto naturale dell’amore umano, impurità consistenti in aberrazioni della legge naturale e infine profanazioni della santità del corpo umano in quanto tale. Con la scorsa puntata siamo entrati in quest’ultimo punto, che oggi concluderemo trattando lo scabroso e spinoso tema del peccato impuro solitario, comunemente noto come masturbazione. È bene anzitutto – a titolo di premessa necessaria alla comprensione di quest’ultimo aspetto – riprendere  un passo quanto mai chiaro dell’Apostolo delle genti che senza mezzi termini e con estrema chiarezza proclama la santità e l’inviolabilità del corpo umano: Il corpo non è per l’impudicizia, ma per il Signore, e il Signore è per il corpo. Non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? Infatti siete stati comprati a caro prezzo. Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!” (1Cor 6,13.19-20).
Il corpo umano di un battezzato ha dunque, oltre la naturale e intrinseca dignità che inerisce alla persona umana in quanto tale, un’ulteriore e ancor più alta onorabilità che gli deriva dall’essere tempio dello Spirito Santo, ovvero della grazia santificante ricevuta nel Battesimo e accresciuta con la celebrazione e la ricezione dei sacramenti che si possono ripetere (penitenza e eucaristia). Il corpo, secondo la visione paolina, è dunque analogo al Tempio inteso come luogo di culto, al cui interno è custodito e abita il Santo dei Santi. Come dunque dentro una Chiesa non si possono compiere atti indegni della sacralità del luogo, sotto pena del gravissimo peccato di profanazione (come vedemmo a suo tempo), così il corpo non può essere oggetto di atti turpi, bassi e vergognosi, che costituiscono un’autentica profanazione della sua dignità e sacralità.
Come abbiamo visto nel precedente episodio, la pornografia compie tale profanazione in modo spudorato, violento ed esecrabile. Simile discorso va fatto per il nudismo dilagante e imperante, così come per il vero e proprio culto del corpo (a cui assistiamo specialmente in Occidente), in nome del quale ci si sottopone a diete esasperanti, massacranti allenamenti in palestra, uso e abuso di cosmetici (al femminile ma sempre più spesso anche al maschile…), mode invereconde. Non si parla altro che di crisi e di austerity, eppure il consumo di cosmetici non diminuisce e palestre, saune, centri di fitness e di bellezza sono sempre pieni di clienti… Sta dilagando in maniera incontrollata la brutta (e satanica) moda dei tatuaggi, per cui ci si sottopone a dolori non lievi e a salassi economici ancor meno lievi per decorare il corpo con segni che nel 90% dei casi (cifra arrotondata per difetto!) sono direttamente o indirettamente connessi col mondo dell’occulto e del satanismo. Apparire, piacere e godere costituiscono ormai una triste triade, perseguita e condivisa dalla stragrande maggioranza degli abitanti del mondo occidentale.
Oltre a queste forme, l’altra gravissima profanazione del corpo è costituita dl peccato impuro solitario, tema sul quale occorre per prima cosa sfatare alcuni luoghi comuni. Anzitutto non è un problema circoscritto all’età adolescenziale (numerosissimi sono gli adulti che lo commettono) e non è appannaggio esclusivo (o quasi) delle persone di sesso maschile (sempre più numerose sono le donne che cadono, anche in maniera abituale e compulsiva, in questo vizio). Non è inoltre affatto vero che costituisca una sorta di “peccatuccio” quasi scusabile, per il fatto che non reca danno al prossimo, che spesso accade in un’età di “tempesta ormonale” (quella adolescenziale) e che dovrebbe essere non solo scusato ma anche (come fa più di qualche psicologo…) addirittura consigliato come valvola di sfogo per stress o situazioni di esasperazione emotiva.
In realtà con questo peccato tutti i caratteri impressi nell’ordine della sessualità dal Creatore svaniscono e scompaiono: l’ordinazione degli atti sessuali al reciproco dono e alla vita è infatti completamente assente in un atto che, oltre a non essere diretto a procreare, è compiuto al di fuori di ogni relazione, riducendosi meramente ad una egoistica e disordinata ricerca di un piacere basso ed effimero di qualche secondo, in modo totalmente fine a se stesso. Tale atto costituisce un evidente avvilimento della dignità della persona (che è stata creata per “piaceri” ben più elevati) e del corpo umano (che viene profanato con un atto degradante), non essendo altro in definitiva che una neanche troppo larvata manifestazione di egoismo e narcisismo. Il senso di vergogna che provano le persone che cadono in questo vizio e la difficoltà che si ha nel confessarlo, non sono altro che una conferma indiretta della verità circa l’intrinseca malizia e disordine di questi atti. Voglia il Signore, per intercessione dell’Immacolata, aiutare tutti e ciascuno a riscoprire la bellezza dell’amore umano, a ricollocare l’esercizio della sessualità solo al suo interno, in un contesto autenticamente umano e ad elevare ciò che di per sé è legato alle leggi naturali della riproduzione sessuata (per nulla differenti, nella sostanza, a quelle del mondo animale) in uno strumento di santificazione e nobilitazione degli sposi, che assumono con gioia onori e oneri della vita coniugale, ordinandola alla perfetta glorificazione di Dio, all’obbedienza ai suoi voleri e al bene della Chiesa e di tutta l’umana famiglia.(don Leonardo Maria Pompei)







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