IL FUMO DI SATANA



Autore: Gianfranco Amato

Data: 21 mag 2012
«“Vedete, Pietro dorme, Giuda è sveglio”. Questa è una cosa che ci fa pensare: la sonnolenza dei buoni. Papa Pio XI [1857–1939] ha detto: “il problema grande del nostro tempo non sono le forze negative, è la sonnolenza dei buoni”. “Vegliate”: meditiamo questa cosa, e pensiamo che il Signore nell’Orto degli Ulivi per due volte ha detto ai suoi apostoli: “Vegliate!”, ed essi dormono. “Vegliate”, dice a noi; cerchiamo di non dormire in questo tempo, ma di essere realmente pronti per la volontà di Dio e per la presenza della sua Parola, del suo Regno.» (Papa Benedetto XVI – 10 marzo 2011)
La squallida vicenda dell’illecita divulgazione della corrispondenza privata del Santo Padre getta un’ombra inquietante al di là e al di qua del Tevere.

Che l’Italia non possa definirsi un Paese civile, sotto il profilo della civiltà del diritto, è cosa, purtroppo, ormai arcinota. Non vale neppure la pena snocciolare il triste rosario delle endemiche disfunzioni di quello che qualcuno ancora si ostina a chiamare ordinamento giuridico italiano. Del resto, può considerarsi civile un Paese pluricondannato dalla giustizia europea perché incapace di garantire ai cittadini un giusto processo? Può considerarsi civile un Paese il cui sistema carcerario versa nelle deprecabili condizioni di una qualunque galera del Terzo Mondo? Può considerarsi civile un Paese il cui sistema giudiziario è stato classificato dal rapporto «Doing Business 2012» della Banca Mondiale al 158° posto su 183 nazioni, dopo Vietnam, Gambia e Mongolia? Può considerarsi civile un Paese nei cui tribunali manca il materiale di cancelleria, la carta per le fotocopie e persino quella per i servizi igienici? Può considerarsi civile un Paese in cui la violazione del segreto istruttorio resta sistematicamente impunita, e si fa strame della privacy di cittadini innocenti? Può considerarsi civile un Paese in cui non si riescono a garantire neppure i più fondamentali diritti dell’uomo? Ecco, in un Paese così, qual è l’Italia, appare ormai del tutto normale il fatto possano venire pacificamente pubblicate lettere personali (tra l’altro di un Capo di Stato straniero), in violazione dell’art.15 della Costituzione («la libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili»), dell’art.12 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, firmata a Parigi il 10 dicembre 1948 («nessun individuo potrà essere sottoposto ad interferenze arbitrarie nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa, nella sua corrispondenza, né a lesioni del suo onore e della sua reputazione» e «ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze o lesioni»), dell’art.17 del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici, adottato dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 16 dicembre 1966, ed entrato in vigore il 23 marzo 1976 («nessuno può essere sottoposto ad interferenze arbitrarie o illegittime nella sua vita privata, nella sua famiglia, nella sua casa o nella sua corrispondenza, né a illegittime offese al suo onore e alla sua reputazione» e «ogni individuo ha diritto ad essere tutelato dalla legge contro tali interferenze od offese»), dell’art.8 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali («ogni persona ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, del proprio domicilio e della propria corrispondenza»), dell’art. 7 della Carta fondamentale dei diritti dell’Unione Europea («ogni individuo ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, del proprio domicilio e delle sue comunicazioni»).
Un Paese che è incapace di tutelare i diritti fondamentali dell’uomo riconosciuti dalla propria costituzione, e dalle convenzioni europee ed internazionali, si qualifica da sé.

Al di là del Tevere resta, invece, la profonda amarezza di dover constatare come nell’area più intima e delicata degli interna corporis vaticani, vi sia qualcuno capace di compiere sacrileghi atti criminosi per screditare a livello mondiale la figura e l’immagine dello stesso Sommo Pontefice. La gravità di quanto accaduto si percepisce distintamente, peraltro, leggendo la durissima nota emanata sulla questione dalla Santa Sede:
«La nuova pubblicazione di documenti della Santa Sede e di documenti privati del Santo Padre non si presenta più come una discutibile – e obiettivamente diffamatoria – iniziativa giornalistica, ma assume chiaramente i caratteri di un atto criminoso. Il Santo Padre, ma anche diversi dei suoi Collaboratori e dei mittenti di messaggi a Lui diretti, hanno visto violati i loro diritti personali di riservatezza e di libertà di corrispondenza. La Santa Sede continuerà ad approfondire i diversi risvolti di questi atti di violazione della privacy e della dignità del Santo Padre – come persona e come suprema Autorità della Chiesa e dello Stato della Città del Vaticano – e compirà i passi opportuni, affinché gli attori del furto, della ricettazione e della divulgazione di notizie segrete, nonché dell’uso anche commerciale di documenti privati, illegittimamente appresi e detenuti, rispondano dei loro atti davanti alla giustizia. Se necessario chiederà a tal fine la collaborazione internazionale».

Molti, purtroppo, sono i nemici di questo mirabile pontificato, e troppi lupi si celano tra il gregge del Popolo di Dio. Tanti nella stessa Chiesa Cattolica si prestano al gioco di chi intende mettere in difficoltà Benedetto XVI, e numerose sono le vipere di Fedro riscaldate dall’amorevole grembo del Santo Padre, che «malum pro bono reddunt». Tutti questi nemici, in realtà, altro non sono che figli o servi dell’Inimicus per antonomasia.
Non v’è dubbio, infatti, che anche quest’ultima ignobile vicenda della corrispondenza pontificia violata rappresenti una delle – ahimè – molteplici «fessure» attraverso le quali «il fumo di Satana è entrato nella Chiesa», come mirabilmente e profeticamente ebbe a denunciare Sua Santità Paolo VI il 29 giugno 1972, in occasione della Festa dei Santi Pietro e Paolo, durante l’omelia Resistite fortes in fide. E oggi più che mai occorre resistere

Commenti

Post popolari in questo blog

PREGHIERA DI LIBERAZIONE

E’ la notte dei Sacri Cuori di Gesù e Maria. Recita questa grande preghiera di guarigione e liberazione

SONO DANNATA!