I CATTOLICI SI MOBILITANO CONTRO LE UNIONI OMOSESSUALI



24/06/2013 "I CATTOLICI SI MOBILITANO CONTRO LE UNIONI OMOSESSUALI''Appello del cardinale Raymond Leo Burke contro le nozze gay su una rivista franceseCITTÀ DEL VATICANOCattolici in piazza contro le nozze omosex. A benedire la mobilitazione di piazza per contestare il matrimonio gay è il cardinale Raymond Leo Burke. In un'intervista alla rivista francese "Famille Chrétienne", il prefetto del Supremo tribunale della Segnatura Apostolica assicura che "la Chiesa cattolica non approverà mai le unioni omosessuali" ed esorta i cattolici a mobilitarsi e, se necessario, a "scendere in strada per difendere la famiglia e la vita". In Francia la legge sui matrimoni tra omosessuali è stata approvata nonostante le ripetute manifestazioni di protesta. Il sì alle nozze gay da parte del Parlamento francese include l’adozione e ha profondamente diviso l’opinione pubblica.

La legge ha suscitato forti proteste nella società francese, in maggioranza contraria al provvedimento. Infatti, almeno il 50% dei francesi ritiene dannosa l'adozione.A Radio Vaticana Pietro Boffi, responsabile-documentazione del Centro Internazionale Studi Famiglia (Cisf) puntualizza che il tema del matrimonio, e la conseguente famiglia che ne deriva, scaturisce dall’esigenza di regolare il rapporto in una coppia eterosessuale che fa nascere bambini. "Non regolamenta gli affetti, gli amori, i colpi di testa: non è quello che interessa il diritto". Questa struttura fondamentale della società "non può essere messa in un angolo, o ritenuta superficiale o lasciata alla mera volontà dei singoli di volta in volta, perché è una struttura fondamentale che regolamenta l’ordinamento.

"Viviamo da millenni anche con forme molto diverse- aggiunge Boffi-.Cambiano le fattispecie giuridiche, ma rimane questo fatto che l’origine del tema famiglia è legato alla procreazione che è un dato di fatto, a sua volta legato alla nostra anatomia. Ora, rimettere in discussione l’anatomia, per motivi ideologici, e ritenere che non esiste più nei processi culturali è veramente una cosa risibile." Perciò "suscita meraviglia di come sia possibile che persone intelligenti, di cultura, riescano a mettere da parte, far sparire, una cosa che è una realtà ontologica chiara dell’essere umano e di come da sempre l’umanità si sia prodotta". Questa è la posta in gioco, quindi "è una cosa estremamente rilevante".

Più che parlare di attacco alla famiglia, è importante ricordare che "la famiglia ha sempre cambiato le sue forme esterne e cambiato i rapporti all’interno, ma si è sempre basata su questo elemento universale: l’incrocio fra i sessi e le generazioni". Questo, sottolinea Boffi, "è importante non per noi come cattolici, ma è importante per tutti, per l’intera società". Questo non è per fare "un discorso contro chi manifesta tendenze sessuali di tipo diverso, tanto è vero che quando si parla di matrimoni omosessuali si parla della coppia". Da cosa nasce l’idea della coppia, perché due, perché la coppia? È la coppia eterosessuale l’archetipo che ha dato origine a questo tipo di situazione. "Questa è la posta in gioco, sono riflessioni che sarebbero da fare, non si possono accantonare con un’alzata di spalle o dicendo che i tempi sono cambiati, le mentalità sono cambiate. Sono ragionamenti grossi, importanti. Ecco perché bisogna comunque reagire al fatto che non si pensa più, non si riflette più sulla portata di questi esperimenti sociali”.

Per la Chiesa il matrimonio è solo tra un uomo e una donna. Altra cosa è riconoscere i diritti individuali delle persone conviventi. Ma per le associazioni omosex neppure questo è sufficiente. Per Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia, "proporre per le coppie gay il riconoscimento di diritti individuali nel quadro del diritto privato significa mantenere l'attuale situazione di assenza del diritto". Nel suo messaggio diffuso lo scorso dicembre in occasione della Giornata della pace, Benedetto XVI aaveva ribadito che i "tentativi" di rendere le nozze tra un uomo e una donna "giuridicamente equivalenti a forme radicalmente diverse di unione" sono "un'offesa contro la verità della persona umana" e "una ferita grave inflitta alla giustizia e alla pace".

"La struttura naturale del matrimonio va riconosciuta e promossa, quale unione fra un uomo e una donna, rispetto ai tentativi di renderla giuridicamente equivalente a forme radicalmente diverse di unione che, in realtà, la danneggiano e contribuiscono alla sua destabilizzazione, oscurando il suo carattere particolare e il suo insostituibile ruolo sociale- ha ribadito Benedetto XVI-.Questi principi non sono verità di fede, ma essi sono inscritti nella natura umana stessa, riconoscibili con la ragione, e quindi sono comuni a tutta l'umanità. L'azione della Chiesa nel promuoverli non ha dunque carattere confessionale, ma è rivolta a tutte le persone, prescindendo dalla loro affiliazione religiosa".


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