Giovedì Santo 28 marzo 2013: il giorno del servizio come dono di sè




 I tre grandi eventi di questo giorno:
1. La S. Messa del Crisma
In ogni cattedrale il vescovo invita tutti i sacerdoti a partecipare a questo solenne momento, per confermare quell' "amatevi gli uni gli altri come Io ho amato voi" e "siate una cosa sola": è la celebrazione della preziosa comunione dei sacerdoti con il vescovo e la grande festa del sacerdozio.
Infatti nelle cattedrali si ha la gioia di incontrare e conoscere i nostri sacerdoti con il vescovo 'come una cosa sola' e, nello stesso momento, si esalta il ministero sacerdotale, con la consacrazione degli oli: quello dei catecumeni, quello dell'Unzione degli infermi e il Sacro Crisma, per l'unzione della Cresima, dei sacerdoti e dei vescovi.

2. La S. Messa in coena domini (in serata)
E' la celebrazione del dono totale di Gesù nel sacrificio della Messa ed insegna a tutti noi che amare è 'servire', da qui la cerimonia del celebrante che si fa servo, mettendosi il grembiule e lavando i piedi ai fedeli: 'Non sono venuto per essere servito, ma per servire': è l'esaltazione del grande atto di Amore - che è per sempre - della Istituzione della Messa o Sacrificio Eucaristico.
E, come a ricordare a tutti, che entriamo nel momento del sacrificio di Gesù, al canto del Gloria si suonano le campane per l'ultima volta, poi taceranno fino alla veglia di Resurrezione. Quindi il celebrante porta le Ostie consacrate in un tabernacolo appartato: cala il silenzio.
3. Il silenzio e l'agonia
Nel silenzio più profondo la Chiesa ricorda la notte di dolore di Gesù nel Getsemani e la sua agonia: anche noi siamo chiamati a vegliare, per farGli compagnia.
"Un amore che chiama amore - scrive Paolo VI - 'Amatevi come Io amo voi'.
Quel 'con te' dà le vertigini. Ci avverte che non avremo mai amato abbastanza. Ci avverte che la nostra professione di amore cristiano è ancora al principio. Ci avverte che il precetto della carità contiene svilupppi potenziali che nessuna filantropia sa uguagliare. La carità è ancora contratta e racchiusa entro confini di costumi, di interessi, di egoismi, che devono dilatarsi.
'Da questo conosceranno che siete miei discepoli, se vi amerete scambievolmente".
Omelia di mons. Antonio Riboldi



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