22 agosto MARIA SANTISSIMA VIENE INCORONATA REGINA DEL CIELO E DELLA TERRA...



L'incoronazione a REGINA è uno dei privilegi concessi a Maria. Sul piano soprannaturale, era logico che la Madre di Dio, una volta assunta in corpo e anima alla gloria del Cielo, fosse innalzata dalla Santissima Trinità al di sopra dei cori degli angeli e dell’intera gerarchia dei santi. Più di Te, soltanto Dio, esclama il popolo cristiano.

Un salmo di particolare importanza messianica canta la gloria del re e, insieme, la gloria della regina. Tu sei il più bello tra i figli dell’uomo, sulle tue labbra è diffusa la grazia, ti ha benedetto Dio per sempre [...]. Il tuo trono, Dio, dura per sempre; è scettro giusto lo scettro del tuo regno (Sal 44 [45], 3.7). Poi il salmista si rivolge alla REGINA.
Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio, dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre; al re piacerà la tua bellezza. Egli è il tuo Signore: prostrati a lui [...]. La figlia del re è tutta splendore, gemme e tessuto d’oro è il suo vestito. È presentata al re in preziosi ricami; con lei le vergini compagne a te sono condotte; guidate in gioia ed esultanza, entrano insieme nel palazzo del re (Ibid., 11-16).

La liturgia applica questo salmo a Cristo e a Maria nella gloria del Cielo. Questa interpretazione si basa su alcuni testi del Vangelo che si riferiscono esplicitamente alla Madonna. Nell’Annunciazione san Gabriele le rivela che suo Figlio regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine (Lc 1, 33). Sarà la madre di un figlio che, nello stesso istante del suo concepimento come uomo, è Re e Signore di tutte le cose; Ella, che lo darà alla luce, partecipa della sua regalità. La stessa cosa afferma santa Elisabetta, che, illuminata dallo Spirito Santo, confessa ad alta voce: A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? (Lc 1, 43). Anche san Giovanni evangelista, in una grandiosa visione dell’Apocalisse, descrive una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle (Ap 12, 1). Secondo la liturgia e la tradizione della Chiesa, questa donna è Maria, che ha vinto con Cristo il dragone infernale ed è intronizzata come Regina dell’universo.

Il popolo cristiano ha sempre confessato questa suprema gloria di Maria, partecipe della regalità di Cristo. Come Lui, la possiede per nascita (è la madre del Re) e per diritto di conquista (è la sua fedele compagna nella redenzione). Nelle sue mani il Signore ha posto i meriti sovrabbondanti che ha guadagnato con la morte sulla Croce, affinché li distribuisca secondo la Volontà di Dio. La regalità di Maria è una verità consolante per tutti gli uomini, specialmente quando ci sentiamo meritevoli del castigo divino, come giusta pena dei peccati. La Chiesa invita a ricorrere a Lei, nostra Madre e nostra Regina, in tutte le nostre necessità. Essere Madre di Dio e Madre degli uomini è il solido fondamento della filiale fiducia nella sua potente intercessione, che ci conforta e ci spinge ad alzarci dalle nostre cadute.

Alla fine di queste meditazioni la invochiamo con le parole di un’antica preghiera:
Salve Regina, Mater misericordiæ; vita, dulcedo, spes nostra, salve! Dio ti salvi, Regina e Madre di misericordia... Ad te clamamus, exsules filii Evæ. Ad te suspiramus, gementes et flentes.. Riponiamo in Lei tutta la nostra fiducia, perché una madre ascolta sempre le suppliche dei suoi figli. Recordare, Virgo Mater Dei – le diciamo -, dum steteris in conspectu Domini, ut loquaris pro nobis bona (cfr. Ger 18, 20). Ella parla sempre bene di noi davanti al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, e ottiene dal Signore le cose buone di cui abbiamo bisogno. Soprattutto la grazia della perseveranza finale, che ci aprirà le porte del Cielo: Prega per noi, peccatori, ora e nell’ora della nostra morte.

Amen.

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