Sapete qual è l’ultimo dogma della chiesa Cattolica? E quando è stato proclamato? L’ultimo dogma è
proprio quello dell’assunzione di Maria, salita in Cielo anima e corpo, ed è
stato proclamato da Papa Pio XII nel 1950.
Il dogma (= verità di fede) non precisa però se la Madonna
sia morta o non sia morta, lascia liberi; dice soltanto che è salita in cielo
anima e corpo ed ha già il suo corpo glorioso perché non ha mai subito la
corruzione del sepolcro, sorte che spetta invece a tutti
noi. Ora però nel messaggio del 15 agosto 1981 la Madonna stessa avrebbe
detto: “Mi chiedete della mia Assunzione: ebbene sappiate che io sono salita in
Cielo prima di morire”. Questo, senza voler assolutamente precorrere il
giudizio della Chiesa, mi rallegra moltissimo, perché a noi, quando eravamo
bambini, al catechismo avevano sempre insegnato, che siccome la morte era
entrata nel mondo a causa del peccato originale, la Madonna essendone
preservata, era stata preservata anche dalla morte. Ed io vi ho sempre creduto
fermamente.
Per la Madonna non ci fu quella tremenda lacerazione della
separazione dell’anima dal corpo e non deve aspettare la fine del mondo per ritrovare
il suo corpo glorioso: è salita in cielo anche col suo corpo e non solo in
spirito.
Anche questo è un bellissimo trionfo della gloria, come
avevamo già visto nella Trasfigurazione del Signore, in cui possiamo
intravedere il nostro destino eterno. Infatti anche noi siamo chiamati ad
essere abitati dalla gloria; la grazia non è altro che il germe della gloria,
ma per noi ci sarà l’inevitabile discesa nel sepolcro prima di poter vivere in
pienezza la realtà della gloria, cioè dell’inabitazione di DIO anche nel nostro
corpo e non solo nell’anima.
Perché la vita eterna non sarà
altro che questo: essere abitati dalla realtà divina, da questa densità di
gloria che trasfigurerà anche il nostro corpo rendendolo totalmente spirituale,
non più soggetto a nessuna limitazione della materia, e neppure sottoposto a
leggi fisiche. Le proprietà dei corpi gloriosi sono: l’impassibilità (non soffriremo
più), la sottigliezza (ci muoveremo con l’agilità del pensiero, spostandoci da
un posto all’altro solo con il desiderio), l’immortalità (non moriremo più)
l’invulnerabilità (non saremo più soggetti a nessun tipo di incidente).
La fine della vita di Maria
Santissima - Assunzione per noi cattolici, e dormizione per i fratelli ortodossi
– fu un trasporto di amore. Il suo desiderio di riunirsi al suo DIO e al suo
Figlio fu così intenso che la trasportò davvero nel luogo di gloria. O meglio:
l’irruzione della gloria e dell’amore divino furono così forti che la sua
natura non resse più e volò dal suo Signore per un eccesso d’amore.
E’ la cosiddetta morte d’amore
che descrivono tanti mistici. “O fiamma d’amor viva che soave ferisci l’anima
mia, nel suo profondo centro se vuoi ormai finisci, rompi la tela a questo
dolce incontro”. (San Giovanni della Croce – Fiamma viva d’amore – Strofa 1).
E’ la morte il cui pungiglione non è il peccato, ma l’amore. Santa Teresina del
Bambino di Gesù, dopo la terribile notte della fede, ebbe un’estasi che durò lo
spazio di un Credo, in cui morì in un trasporto di amore divino. E se ne
potrebbero citare tanti altri.
Se non fosse avvenuta la tremenda
catastrofe del peccato originale anche Adamo ed Eva ( e noi al loro seguito)
avrebbero potuto passare dal paradiso terrestre a quello celeste senza morire.
Senza il peccato le facoltà spirituali che sono l’intelligenza e la volontà,
sarebbero state più forti di quelle corporee e avrebbero avuto il predominio.
Sarebbe bastato loro, per esempio, avere un forte desiderio della visione
beatifica, che questo desiderio sarebbe bastato a farli “partire”. Mentre
adesso, dopo il peccato, c’è come una frattura in noi e le nostre facoltà
superiori non riescono più a dominare su quelle inferiori. La nostra volontà ha
un bel volere cose belle e buone, ma sperimenta comunque malattia,
invecchiamento e tante altre cose che non vorrebbe perché non è più padrona del
proprio corpo.
Con l’Assunzione al cielo di
Maria meditiamo questo stupendo mistero di gloria che sarà anche il nostro
destino futuro, se saremo fedeli alla grazia e docili all’azione dello Spirito
Santo in noi.
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