IL DOVERE DI ISTRUIRSI NELLA FEDE CATTOLICA

Immersi nel relativismo mondano, nell'apostasia, nell'empietà più spudorata, in un momento che ricorda tanto quel mistero di iniquità rivelato nel Santo Vangelo, ci troviamo come in un pericoloso viaggio in un mare in burrasca.
Il Faro è nostro Signore ma la materia di Fede, il lume che ci dovrebbe mostrare la via, cioè la nostra erudizione dottrinale, spesso manca in maniera plateale e allora diventiamo come ciechi alla guida di altri ciechi, come dei marinai stolti che non possono far altro che andar a rovinare tragicamente, spinti dall'impeto delle onde, sulla mortale scogliera.
Il cattolico ha invero il dovere di istruirsi nella Fede e nella morale in maniera attenta e scrupolosa, al massimo delle proprie capacità: non basta il catechismo della prima Comunione e non basta nemmeno un'istruzione sommaria o sui generis.
Visto che la nostra vita nel mondo deve essere con Cristo, per Cristo e in Cristo, è necessario piegare la propria volontà in un apprendimento completo ed esaustivo di tutto ciò che Gesù e la Sua Sposa, la Santa Chiesa Cattolica ci hanno pazientemente insegnato.
Trovarsi impreparati sulle Verità Divine e sui mezzi di salvezza oltre ad essere estremamente pericoloso, è peccato d'ignoranza colpevole che si scontra con il primo comandamento del Signore.
Difatti:
Cosa proibisce il primo comandamento?
Il primo comandamento ci proibisce l'empietà, la superstizione, l'irreligiosità; inoltre l'apostasia, l'eresia, il dubbio volontario e l'ignoranza colpevole delle verità della Fede.(Catechismo di S.Pio X)
Facciamo un piccolo esempio tratto dalla morale: si insegna che per commettere un peccato mortale occorrono tre condizioni essenziali: materia grave, piena conoscenza e piena volontà.
Se manca una sola di queste condizioni, non c'è peccato mortale.
Se prima di fare il male non c'è la piena conoscenza della grave offesa che si sta commettendo, manca la colpa.
Alla luce di questa evidenza formuliamo il caso di colui che improvvisamente apprende che una certa mancanza consiste di peccato mortale.
Sinora non lo aveva saputo e quindi non aveva peccato, adesso però, essendone ormai a conoscenza, peccherà gravemente se ricadrà in quella mancanza.
Si potrebbe lecitamente concludere: se così stan le cose meglio non istruirsi per non essere responsabili del male commesso!
Sembrerebbe logico, e certi "addetti ai lavori" forse la pensano così, ma sarebbe un gravissimo errore.
La ragione è che noi abbiamo nei confronti di Dio il dovere di istruirci, perché l'ignoranza colpevole delle verità della Fede e della legge morale oltre ad essere un peccato contro il primo comandamento, è un offesa alla Misericordia di Dio e al Sacrificio di Gesù Cristo.
L'ignoranza vincibile, cioè colpevole, quella che ci impedisce di apprendere per pigrizia è un peccato che si misura oltretutto a seconda del grado di vincibilità.
Quindi impegniamoci come veri soldati di Cristo nella gioia della testimonianza dottrinalmente corretta.
Gesù disse agli Apostoli: « Andate ed istruite tutte le genti, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, dicendo loro di osservare ciò che ho comandato a voi » (Matteo, XXVII-19).
Se la Chiesa discente, il Papa, i Vescovi ed i Sacerdoti hanno il dovere d'insegnare, i fedeli hanno il netto dovere d'istruirsi al meglio delle loro possibilità.
Giorgio M.G. Locatelli

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