23 luglio-Santa Brigida di Svezia
Moglie, mistica e santa
Il testamento di santa Brigida: una venerazione grandissima per l’umanità del Verbo incarnato e un affettuoso attaccamento alla Madonna.
Il 31 dicembre 1980 Giovanni Paolo II dichiarò compatroni d’Europa, accanto a Benedetto da Norcia, due santi del primo millennio, i fratelli Cirillo e Metodio, pionieri dell’evangelizzazione dei popoli slavi; successivamente, nel 1999, pensò di integrare la schiera dei celesti protettori dell’Europa aggiungendovi tre figure femminili altrettanto emblematiche: santa Brigida di Svezia, santa Caterina da Siena, santa Teresa Benedetta della Croce. Tre grandi sante, tre donne, che in diverse epoche – due nel cuore del Medioevo e una nel secolo appena trascorso – si sono distinte in modo veramente speciale per l’amore operoso alla Chiesa di Cristo e la testimonianza resa alla sua croce.
Di Caterina da Siena e Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein) abbiamo già parlato nei mesi precedenti; qui parleremo invece di quella straordinaria mistica venuta dal Nord che fu santa Brigida di Svezia, fondatrice dell’Ordine del Santissimo Salvatore.
Brigida Birgersdotter nacque nel 1303 a Finsta, quando la Scandinavia era ancora cattolica. I suoi genitori appartenevano alla più alta nobiltà e si racconta che la madre, mentre era incinta di lei, durante un viaggio rischiò di annegare in un naufragio e riuscì a salvarsi a stento. La notte seguente avrebbe udito la voce della Madonna che le diceva: «Sei stata salvata per il frutto che porti in seno. Nutrilo dunque nell’amore di Dio».
Santa Brigida di Svezia (1303-1373), canonizzata da Bonifacio IX nel 1391.
Brigida sarà per vent’anni una moglie e madre esemplare. L’ambiente di corte la mette in contatto con la travagliata vita sociale del suo tempo e accende in lei un vivo interesse per la politica europea. Ma poiché non ha mai smesso di pensare alla vita religiosa, studia la letteratura mistica, legge molto, principalmente la Sacra Scrittura e le opere di san Bernardo di Chiaravalle, che portano a perfezione la sua educazione religiosa.
Una missione profeticaSposa, madre e dama di corte. Questa fu la sua vita per oltre vent’anni, finché il marito morì, nel 1344. Per Brigida è il momento della svolta. Decide di indossare l’abito cinerino del crocifisso della Verna, simbolo di povertà e penitenza. Iniziano le rivelazioni celesti, rivelazioni che le giungevano in uno stato d’estasi e che al risveglio scriveva lei stessa oppure dettava al suo confessore, attraverso le quali divenne una messaggera di Cristo per comunicare, perorare ed esortare il Papa e i prelati.
Contro il malcostume del tempo, la sua voce ammonitrice si leva con insolita energia. Per il Papa e per l’Europa si sentirà spinta a partire alla volta di Roma in occasione dell’Anno santo del 1350 e da lì non se ne andrà più.
e allo stesso tempo figlia del Carmelo» (Giovanni Paolo II – foto Del Canale).
FondatriceMossa dallo Spirito, la Santa fondò un ordine contemplativo femminile e maschile, l’Ordine del Santissimo Salvatore – la cui Regola venne approvata nel 1370 – che fu spazzato via in seguito alla Riforma protestante in Europa e che è rinato nel ventesimo secolo grazie all’opera riformatrice della beata M. Elisabetta Hesselblad.
Al centro della spiritualità brigidina troviamo i misteri della passione di Cristo e delle glorie e dolori di Maria. Santa Brigida seppe cogliere ed evidenziare la centralità di Maria nella storia della salvezza, accanto a Cristo e unita a Cristo, secondo il piano salvifico di Dio. Il Redentore e la Corredentrice, inseparabili, hanno portato a compimento nel dolore e nell’immolazione la salvezza del genere umano.
Una corona sul capoUn segno particolare di richiamo alla riparazione, caposaldo dell’Ordine brigidino, è la corona portata sul capo con i simboli delle cinque piaghe del Signore, che fa parte dell’abito religioso. La lode incessante a Dio e l’impegno quotidiano per l’unità dei cristiani caratterizzano il carisma delle suore di santa Brigida, la cui vita spirituale è tutta incentrata sul dramma del Calvario, su Cristo crocifisso e sulla Madre addolorata sotto la croce. Per questo il motto delle brigidine è Amor meus crucifixus est.
Santa Caterina da Siena (1347-1380), affresco del sec. XV,
chiesa di san Pietro di Carpignano Sesia (Novara – foto Wikimedia Commons).
Fu canonizzata il 7 ottobre 1391. Una data mariana, come si può vedere. Nella Bolla di canonizzazione si affermava che la Santa «per grazia dello Spirito Santo meritò di vedere visioni, di udire rivelazioni e di predire molte cose con spirito profetico», riconoscendo quindi alla mistica svedese il carisma della profezia, raramente attribuito a una donna nella storia della Chiesa.
RivelazioniUna donna tuttavia non comune, chiamata a una missione tutta particolare e per questo assistita e protetta in modo speciale da Maria. Per lei Brigida compose anche un sermone e ben nove volumi di rivelazioni che ci svelano la sua profonda dottrina mariana. In esse si affermano la verità dell’Immacolata Concezione, la maternità universale di Maria e la sua missione di corredentrice del genere umano.
collocata nel giardino dell’omonimo monastero romano (foto Siciliani).
«Annuncio di speranza»Profetessa dei tempi nuovi, questa grande Santa scandinava che lavorò instancabilmente per la pace in Europa in un tempo contrassegnato da divisioni religiose, guerre e squilibri politici, è stata dichiarata da Giovanni Paolo II, come già detto, compatrona d’Europa, insieme a Teresa Benedetta della Croce e a Caterina da Siena. Tre sante per la "casa comune": una svedese, una polacca e un’italiana; una aristocratica, una borghese di origine ebrea, la figlia di un mercante. Tre mistiche uguali e diverse che sono state nel mondo le braccia materne di Dio. «Per quella comunione dei santi, che unisce misteriosamente la Chiesa terrena a quella celeste – scrisse nel Motu proprio Giovanni Paolo II – esse si fanno carico di noi nella loro perenne intercessione davanti al trono di Dio».
Maria addolorata, patrona della Slovacchia, venerata nel Santuario di Sastin. La devozione nel Paese alla
"Vergine dei sette dolori" risale al 1500. Giovanni Paolo II visitò il luogo sacro l’1.7.1995 (foto Giuliani).
Invito all’approfondimento: Giovanni Paolo II, Salvifici doloris, lettera apostolica sul senso cristiano della sofferenza umana, 11.2.1984; L. Grignion de Montfort, Trattato della vera devozione alla santa Vergine e il segreto di Maria (a cura di S. De Fiores), San Paolo 2008, pp. 224, € 11,00; A.M. de’ Liguori, Le glorie di Maria, San Paolo 1996, pp. 288, € 11,36; A. Calabrese, La via mistica di san Paolo della Croce,Lev 2009, pp. 208, € 14,50.
Maria Di Lorenzo
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