''LA 'PARTICELLA DI DIO'? DIMOSTRA LA MERAVIGLIA DELLA CREAZIONE'


 


“lo scienziato scopre leggi che non ha messo lì. E chiedersi chi sia stato a metterle lì è una domanda teologica: lo scienziato si limita a dire che le ha scoperte, il credente vede il frutto dell’azione di Dio”.


monsignor Sanchez Sorondo

Il cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze commenta la scoperta del Cern. E chiede: chi ha messo lì le leggi della natura scoperte dalla scienza?

ALESSANDRO SPECIALE
CITTÀ DEL VATICANO 5 giugno 2012
Che la scoperta del bosone di Higgs fosse ormai vicina, monsignor Marcelo Sanchez Sorondo, cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze, lo aveva saputo ‘in anteprima’ lo scorso autunno.

Durante il simposio sulla fisica subnucleare organizzato alla Casina Pio V in Vaticano, alcuni dei fisici del Cern avevano spiegato che il Large Hadron Collider – il mega-acceleratore di particelle sotto il suolo di Ginevra inaugurato meno di un anno prima – aveva cominciato a capitare ‘indizi’ della misteriosa particella inseguita dai fisici da quasi cinquant’anni. Quella senza la quale, per capirci, allo stato attuale delle teorie sulla natura dell’universo, niente nel nostro mondo potrebbe avere massa, e tutto sarebbe un brodo di pura energia.

“Ogni volta si dimostra che la creazione è qualcosa di meraviglioso”, dice oggi monsignor Sanchez Sorondo a Vatican Insider, commentando l’annuncio della conferma della scoperta arrivato ieri da Ginevra.

Il fatto che il bosone di Higgs ci sia, come previsto dai fisici nel 1964, mostra che l’universo “ha una struttura fondamentale che viene scoperta”. “Ma se sta lì – aggiunge con una punta di malizia il presule argentino – qualcuno ce la deve aver messa”.

Il bosone di Higgs è diventato la ‘rockstar’ della fisica nucleare soprattutto grazie al nomignolo affibbiatogli in un libro del 1993 dal premio Nobel per la fisica Leon M. Lederman: la ‘particella di Dio’. In realtà, sembra che originariamente il fisico avesse pensato a ‘ dannata particella’ – goddamn, in inglese – per poi vedersi il titolo cambiato da un editor con un gran fiuto.

Il nome è forse troppo altisonante. “Ma mi fa piacere – scherza oggi monsignor Sanchez Sorondo – che anche Margherita Hack, che è atea, parli di ‘particella di Dio’”.

Più seriamente, il teologo indica due aspetti positivi nella scoperta del Cern. Prima di tutto, “la nostra conoscenza aiuta a scoprire cosa succede nella natura”. In pratica, “la matematica ci serve, ma solo fino a un certo punto”, perché non si può fare a meno del riscontro della realtà: è un filone di pensiero che il presule chiama ‘neo-realismo’ e che sottolinea come tra “quello che accade nella natura” e “quello che viene compreso nella mente” c’è una effettiva corrispondenza. In altre parole: non siamo ingabbiati nella bolla di vetro della nostra testa, c’è una reale rispondenza tra mondo e pensiero.

Poi, prosegue monsignor Sanchez Sorondo, “lo scienziato scopre leggi che non ha messo lì. E chiedersi chi sia stato a metterle lì è una domanda teologica: lo scienziato si limita a dire che le ha scoperte, il credente vede il frutto dell’azione di Dio”.


Foto: monsignor Marcelo Sanchez Sorondo, cancelliere della Pontificia Accademia delle Scienze





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