L'esoterismo nella cultura nazionale dal Risorgimento alla Repubblica

Foto: RIVELAZIONI L'esoterismo nella cultura nazionale dal Risorgimento alla Repubblica
tratto da Avvenire - 08 Settembre 2001

Italia, la patria del pendolino

«Mazzini credeva agli Ufo, i Savoia ospitarono occultisti da tutt'Europa in funzione anticlericale, Amendola senior era un teosofo... E forse non è un caso se il Manifesto di Marx uscì nello stesso anno della prima seduta spiritica» «La magia era l'altra faccia del razionalismo materialista»

Una nazione fondata sui pendolini? No, non stiamo parlando del treno superveloce, ma dell'attrezzo principe di medium e sedute spiritiche. È poco noto che insigni padri della Patria, come Garibaldi e Mazzini, furono dediti a spiritismo e a occultismo. E non solo loro. Lo fu molta parte della politica e cultura risorgimentale e del Novecento: Capuana, Carducci e Leopardi, D'Annunzio, Giovanni Amendola... Un vero e proprio filo rosso che lega ultimi due secoli, come documenta il volume di Cecilia Gatto Trocchi Storia esoterica d'Italia (Piemme).

Se le fondamenta della nostra identità nazionale ballano come tavolini, non sarà forse dovuto anche a queste origini? Possono essere considerate un carattere nazionale?

«Non direi - risponde l'antropologa -. Più in generale magia ed esoterismo sono l'altra faccia del razionalismo materialista. Di quella vena utopica che assume alcuni caratteri dal Rinascimento fino al Settecento. Ed è il contrario del cristianesimo che è hic et nunc».

Ma il fenomeno, visto oggi, non ha una diffusione piuttosto popolare, radicata anche in una certa religiosità?

«Come diceva Mircea Eliade questi fenomeni nascono nelle élites e si trasmettono a cerchie più ampie con un lungo processo. Fino a intellettualini e giornalistini, che propagano oggi una cultura orientaleggiante. Per me è molto acuta la frase di Calvino, il quale già negli anni Sessanta diceva che il terreno che il pensiero laico ha sottratto ai teologi è stato occupato dai negromanti. La religiosità popolare andrebbe, invece, distinta. Cesare Lombroso confinava l'esperienza della realtà esterna nelle onde cerebrali. Mentre chi si rivolge, anche in modo tradizionale ai defunti o ai santi, pensiamo a padre Pio, ha il senso della trascendenza che nell'esoterismo manca. Esso è radicalmente immanente.

In questo guazzabuglio esoterico non potevano mancare le streghe: lo scrittore americano Charles G. Leland nel 1899 pubblica Aradia. Il Vangelo delle streghe. Si trattava di testi rituali che sarebbero stati rivelati all’autore da una strega originaria della Romagna-Toscana. In questo libro le streghe erano viste come liberatrici degli oppressi e garanti dell’uguaglianza universale che si sarebbe instaurata a breve.

Inevitabili poi i riferimenti al Principe delle Tenebre per eccellenza: il diavolo. Fin dal medioevo gli scrittori avevano subito il fascino infernale, e il filone diabolico ebbe un risveglio notevole in epoca romantica. Leopardi abbozzò un inno ad Arimane, il demone malvagio della religione persiana, e Carducci scrisse il famosissimo inno A Satana in cui il diavolo era visto come simbolo del progresso. Sulle interpretazioni letterarie del tema diabolico aleggiavano le  Litanie di Satana di Baudelaire, il cui fascino ha attraversato le generazioni letterarie. Nel mondo contemporaneo l’ispirazione diabolica ha trovato sbocchi che talvolta si esprimono in sette sataniche con caratteristiche che oscillano fra il balordo e il delinquenziale. Ma la materia infernale è ancora capace di ispirare opere , al punto che nel XXI secolo il demonio in persona si è affacciato sulla scena editoriale (Satana, Liturgia infernale, Società Editrice «Il Ponte Vecchio»)».

Non a caso alcune figure che lei indaga sono di matrice marxista. Come Giovanni Amendola padre che si interessò di teosofia.

«Lo spiritismo è sempre in connessione con un razionalismo materialista. Il fare dell'uomo un "tubo digerente" che è ciò che mangia, come diceva Feuerbach, il confinare tutto alla vita materiale, sono cose che non reggono. Va notata poi la coincidenza di data tra il Manifesto del partito comunista, 1848, con la prima seduta spiritica pubblica delle sorelle Fox. Il caso-Amendola, poi, è particolare. Aveva capito che la moralità laica è una presa in giro. Quindi cercò nella teosofia una fondazione morale religiosa. Ma si dissociò deluso e rimase un isolato».

Quali sono i tratti che abbiamo ereditato dal Risorgimento letto in chiave esoterica?

«L'idea dell'evoluzionismo, nonostante esso oggi sia in crisi. L'esistenza di altri mondi abitati da creature intelligenti: Mazzini credeva negli extraterrestri. C'è poi una corrente sotterranea di teosofia, un po' la nonna della New Age, che porta con sé sincretismo e gnosi. Si separa l'entità del Cristo cosmico dalla figura di Gesù storico, considerato solo un profeta. Infine, la rivalutazione del politeismo, visto come fattore di civiltà. Sono i semi che oggi sono fioriti. Prendiamo il caso della città di Torino, considerata ancora oggi città magica. Ciò è dovuto al fatto che i Savoia accolsero da tutta Europa maghi, occultisti e spiritisti in funzione anticlericale. Questi personaggi e gruppi si sono radicati nella capitale sabauda e sono diventati punto di riferimento».

Nel libro lei tocca anche due autori che hanno formato generazioni di italiani: Manzoni e Collodi.

«Sì. Per il primo ho cercato di far vedere come fosse interessato a fenomeni quali il mesmerismo (l'idea che esista un magnetismo animale che guarisce, propugnata tra Sette e Ottocento dal medico tedesco Franz Anton Mesmer ndr). Era il clima culturale del tempo. Il secondo, invece, i massoni hanno cercato di tirarlo dalla loro parte. Ma non è di nessuno. Per me Pinocchio è uno dei capolavori dell'umanità. Infatti tutta la nostra vita è un'iniziazione, come appare nel romanzo. Basti pensare alla metafora del legno...»

 Anche il verismo è caduto nell'inganno occultista.

«Sì. Capuana cercò di scrivere una biografia di Foscolo fidandosi di una medium. E ci ha creduto fino alla fine. Questo dà la misura del disorientamento».

È esistita dunque anche, tra le varie che ci ha lasciato in eredità il Risorgimento, anche una questione esoterica?

«Sì. Basta pensare al tentativo di sradicare le nostre radici. Che sono greco-romane e ebraico-cristiane. Siamo figli dell'idea senechiana e cristiana di responsabilità. Ma questa identità la stiamo perdendo e sa perché?».

Dica.

«Perché chi è destrutturato è il miglior consumatore del mondo».


Carbonari New Age

I rapporti tra Mazzini e l'esoterismo furono espliciti: conobbe la teosofa madame Blavatsky e fu «Gran Jerofante» di Memphis e Misraim, rito massonico esoterico a cui apparteneva anche Garibaldi. Ma ci sono altri elementi che, secondo la ricostruzione della Gatto Trocchi, fanno di Mazzini un vero e proprio precursore della New Age. Innanzitutto la credenza nella reincarnazione. La vita come progresso ininterrotto e verso forme morali sempre più elevate. Senza escludere il resto dell'universo. Questo mix di panteismo e teismo, unito alla possibilità di riconoscere vita anche negli altri pianeti, fanno di lui, secondo la Gatto Trocchi, un precursore di quello che oggi viene chiamato «channeling», e consiste in una tecnica di contatto con spiriti ed entità cosmiche. Il fondatore della «Giovane Italia» non manca di citare gli angeli, in senso non cattolico, come «le anime dei giusti vissuti nell'amore e nel sacrificio e morti nell'amore e nella speranza».

Foscolo al tavolino

Adesione alla realtà. Questo il «credo» del Verismo. Sorprende dunque vedere tra i più accaniti frequentatori di sedute spiritiche uno dei nostri rappresentanti del genere: Luigi Capuana. Avrebbe nientemeno progettato una biografia di Foscolo con l'aiuto di Beppina, una giovane posseduta dallo spirito del poeta. Capuana fu per tutta la vita impegnato in esperimenti occultisti e arrivò a polemizzare con Pirandello che non ci credeva.

Manzoni e il magnetismo

L'accusa di «occultismo» arrivò a Manzoni da Cesare Cantù. Infatti l'autore dei «Promessi sposi» per salvare l'amico Tommaso Grossi, malato, era ricorso inutilmente a un guaritore francese. Il figliastro Stefano Stampa nel 1885 precisò di aver parlato al patrigno degli esperimenti eseguiti a Milano da un signor La Fontaine, seguace del «mesmerismo», teoria pseudoscientifica che attribuiva capacità di guarire a un fluido magnetico dei corpi. Lo stesso Stampa condusse esperimenti che impressionarono Manzoni. «Sebbene non fosse del tutto persuaso - racconta il figliastro - certo era assi interessato, al punto che chiese dei libri in prestito per documentarsi». Lo scrittore aveva parlato di questi fenomeni con Rosmini e entrambi li avevano definiti «curiosi».

 Un autore che si richiamava spesso a riferimenti misteriosofici era Gabriele d’Annunzio. Tra le infinite simbologie che emergono dall’opera dannunziana si notano temi che avranno straordinaria fortuna in epoche successive: il Vate abbozzava in alcune sue opere certe mitologie demenziali della confusione sessuale che oggi vengono propagandate con insistenza dai mass media. D’Annunzio mutuava questi temi dalle opere del massone francese Josephin Péladan. Per tutta la vita D’Annunzio mostrò un particolare interesse per temi esoterici, massonici e astrologici: lo stesso Vittoriale è una vera e propria selva di simboli abilmente architettata dal poeta.

Infine il libro tratta delle ipotesi di Maurizio Blondet sulle strategie controiniziatiche che sono alla base del mondo contemporaneo. Il celebre giornalista ha ricostruito le idee guida che ispirano l’azione del mondialismo e ne ravvisa la fonte principale nella gnosi predicata dall’ebreo Jacob Frank, che insegnava a raggiungere la purificazione attraverso il male e il peccato.

Anche il marxismo è imbevuto di questa concezione: la storia ha mostrato come il comunismo non abbia affatto promosso la “giustizia sociale”, ma abbia perseguito il fine di una devastazione e di un annientamento dei valori fini a se stessi. Il mondialismo, proseguendo su questa strada, si accanisce particolarmente sulle tradizioni classiche e cristiane della civiltà occidentale per sostituirle con un sacro necrofilo e mortifero: in effetti l’attuale modello di società multicriminale prospetta una vera e propria ideologia del sacrificio umano, una mistica dello stupro universale dove ciascuno è maschio e femmina, in una sorta di ierogamia satanica!

Il XXI secolo, infatti, si apre col trionfo di una mentalità masochista che ricava piacere dalla sottomissione. È l’aspetto più evidente della femminilizzazione delle società a capitalismo avanzato: un atteggiamento mentale che manda in visibilio gli intellettuali di regime che, sulla scia dell’esoterismo massonico, continuano l’opera dei “patrioti” risorgimentali.

* * *
Risorgimento e Massoneria

di Angela Pellicciari

tratto da Il Timone -n. 24 Marzo/Aprile 2003

L'opera della massoneria nel Risorgimento italiano. Iniziata con Napoleone e terminata con la distruzione dello Stato pontificio. Sempre condannata dal magistero.

In un articolo comparse su La Stampa nel dicembre 2000, Norberto Bobbio accusa "gruppi di cattolici militanti" che pretendono di "riscrivere" il Risorgimento dandone "una interpretazione che non esiterei a chiamare di destra, secondo cui il Risorgimento è stato un movimento guidato da élites anticlericali, per non dire addirittura massoniche, il cui scopo ultimo era l'abbattimento del potere temporale dei Papi".

"Per non dire addirittura massoniche" - scrive Bobbio - e la cosa suscita più di un sorriso. Che lo scopo ultimo della massoneria dell'Ottocento tosse proprio l'abbattimento del potere temporale dei papi e che per raggiungere questo obiettivo i "fratelli" di tutto il mondo si siano affidati ai Savoia che hanno realizzato un'unificazione italiana ad immagine e somiglianza dei desiderata del pensiero massonico, sta scritto nero su bianco in centinaia di documenti sia di parte massonica che cattolica.

Tanto per esemplificare. Il Risorgimento è iniziato dal massone Napoleone che invade l'Italia e la saccheggia impunemente in nome della "libertà". Prima dì entrare a Milano, il futuro imperatore ha l'ardire di rivolgere alla popolazione il seguente bando: "Noi siamo amici di tutti i popoli, ed in particolare dei discendenti dei Bruti e degli Scipioni. Ristabilire il Campidoglio, collocandovi onorevolmente le statue degli eroi che lo resero celebre: e risvegliare il Popolo Romano assopito da molti secoli di schiavitù, tale sarà il frutto delle nostre vittorie, che formeranno epoca nella posterità". Napoleone attribuisce a se stesso il ruolo di liberatore. Vuole che gli italiani non siano più schiavi. Ma da chi e da cosa gli italiani, carichi di storia e di primati, avrebbero dovuto essere liberati? Lo si capisce con immediatezza considerando lo stemma del Regno d'Italia che vede la luce nel 1805, frutto della fervida fantasia del generale-imperatore. Come distintivo del nuovo tipo di regalità, spicca, tra gli altri, un simbolo molto impegnativo: un Pentalfa massonico (una stella a cinque punte) con due punte rivolte verso l'alto e una sola verso il basso. Un'insegna satanica. Ciò significa che Napoleone non si vergogna di mostrare in bella vista cosa intende per l'Ordine Nuovo che viene imporre al mondo: un ordine fondato sulla potenza di Satana. Un ordine anticristiano.

Per capire come il binomio massoneria-satanismo sia in qualche modo costitutivo, bisogna tener presente che la visione del mondo massonica è interamente costruita intorno a due presupposti. lì primo è il rifiuto della Rivelazione: i massoni ritengono spetti all'uomo in totale autonomia e col solo aiuto della ragione stabilire quali siano le leggi della morale e del vivere civile. Questo è anzi il compito che i massoni ritengono loro proprio ed esclusivo: non a caso il 10 febbraio 1996 una pagina intera di pubblicità sul Corriere della Sera ricorda che i massoni "hanno la responsabilità morale e materiale di essere guida di altri uomini". Il secondo presupposto è che la natura dell'uomo (della specie umana, non del singolo) è costantemente perfettibile: si tratta del mito del Progresso che induce a ritenere possibile il raggiungimento su questa terra della felicità (il diritto alla felicità tanto solennemente iscritto nella Costituzione americana) conseguito attraverso il pieno sviluppo di tutte le potenzialità umane. La massoneria ritiene dunque possibile raggiungere la tangenza uomo-dio con le sole forze della ragione, e cioè per natura: gli aspetti di satanismo che colorano tante posizioni massoniche derivano da questa convinzione. Nel libro della Genesi quando Satana si rivolge ad Eva lo fa proprio per insinuarle il desiderio di diventare Dio come se ciò fosse possibile in forza di un semplice atto di volontà: "Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio" (Gn 3, 5). Tanto per restare in Italia, è in questo contesto teorico che Giosuè Carducci compone l'inno a Satana ("Salute, o Satana,\ O ribellione,\ O forza vindice\ De la ragione!").

Tenendo presenti questi assunti diventa chiaro in che senso Napoleone (ed i liberali dopo si lui) spaccino se stessi per i liberatori del popolo italiano: si propongono di "liberare" gli italiani dal cattolicesimo che, a loro modo di vedere, ha trasformato gli 'eredi degli Scipioni" in un popolo di schiavi.

Più in generale la massoneria ritiene che gravi sulle sue spalle il compito ciclopico di liberare l'uomo dalla superstizione, da ogni superstizione. Ecco cosa scrive nel 1853 il luminare della massoneria francese J.M. Ragon: l'ordine apre i suoi templi agli uomini "per liberarli dai pregiudizi dei loro paesi o dagli errori delle religioni dei loro padri". Ancora: la massoneria "non riceve la legge ma la stabilisce dal momento che la sua morale, una ed immutabile, è più estesa e più universale di quelle delle religioni native, sempre esclusive".

La massoneria italiana è perfettamente allineata su questa posizione. La Costituente che si riunisce nel maggio del 1863 dopo aver stabilito che l'ordine "Non prescrive nessuna professione particolare di fede religiosa, e non esclude se non le credenze che imponessero l'intolleranza delle credenze altrui", precisa (art.3) che i principi massonici debbono gradualmente divenire "legge effettiva e suprema di tutti gli atti della vita individuale, domestica e civile" e specifica (art.8) che il fine ultimo dell'istituzione è "raccogliere tutti gli uomini liberi in una gran famiglia, la quale possa e debba a poco a poco succedere a tutte le chiese, fondate sulla fede cieca e l'autorità teocratica, a tutti i culti superstiziosi, intolleranti e nemici tra loro, per costruire la vera e sola chiesa dell'Umanità".

"Legge suprema di tutti gli atti della vita individuale, domestica e civile", prescrive la Costituente. Detto fatto. Tutti gli ordini religiosi cattolici all'indomani dell'unità d'Italia vengono aboliti ed i loro beni svenduti all'1% della popolazione di fede liberale. Tutte le opere pie costruite nel corso dei secoli soppresse. Le processioni cattoliche vietate, permesse quelle massoniche. Le scuole cattoliche chiuse, imposte quelle di Stato a guida "illuminata". E via continuando.

Stando così le cose, è ovvio che fra Chiesa cattolica e massoneria ci sia incompatibilità radicale. Fra Cristo e Belial - ricordano Pio IX e Leone XII - non ci può essere compromesso.

Eppure è stato reiteratamente sostenuto il contrario. Per convincere le masse cattoliche della bontà della proprie intenzioni, l'élite massonica ha avuto a disposizione, in primo luogo, la menzogna. I fratelli hanno spesso gridato ai quattro venti di essere cattolici più cattolici del Papa. Così hanno fatto i fautori del nostro Risorgimento. A questa propaganda calunniosa i papi hanno risposto come potevano, ripetendo all'infinito la serie delle scomuniche contro la massoneria: ogni volta c'era qualcuno che sosteneva che le censure ecclesiastiche, per lui e per i suoi, non valevano. E ogni volta i papi dovevano ricominciare. Durante il Risorgimento la guerra contro la Chiesa cattolica condotta dalla massoneria nazionale ed internazionale è stata particolarmente cruenta e distruttiva.

Essendo la popolazione italiana tutta cattolica, per far trionfare il proprio punto di vista assolutamente minoritario i liberal-massoni hanno fatto ricorso ad una strategia che si potrebbe definire coperta: hanno provato in ogni modo ad infiltrarsi all'interno della Chiesa per condizionarla dal di dentro, hanno colto ogni possibile occasione per definirsi cattolici perfettamente ortodossi, hanno fatto scattare sul piano interno ed internazionale una campagna di denigrazione e falsificazione sistematica delle condizioni di tutti gli Stati italiani ad eccezione dei Piemonte.

Contro lo Stato della Chiesa era già in corso una pluricentenaria campagna d'odio e di calunnia orchestrata dalle potenze protestanti. La massoneria organizza un'intensificazione di questa propaganda e lo Stato pontificio viene descritto come il più sanguinano, retrogrado e mai amministrato di tutta la terra. Contro ogni ragionevolezza e contro ogni verità storica, l'ordine cerca di convincere i cattolici che la semplice esistenza di uno Stato pontificio sia contraria all'insegnamento di Cristo, vissuto povero e morto in croce, e assicura che rinunciando alla sua visibilità (dal momento che non siamo puri spiriti ciò equivale alla rinuncia all'esistenza) la Chiesa avrebbe guadagnato in spiritualità e purezza. Pio IX ha combattuto come un leone in difesa della verità. In decine di encicliche ha descritto a cosa corrispondevano nei fatti le belle e suadenti parole della propaganda liberale. Per evitare che il suo gregge rimanesse abbagliato dalla menzogna trionfante, a cominciare dal 1849 (costretto all'esilio all'epoca della Repubblica romana) ha preso carta e penna per raccontare ai cattolici cosa succedeva durante il supposto "risorgimento" della nazione. i massoni, ricorda il Papa, proclamano ai quattro venti di agire nell'interesse della Chiesa e della sua libertà. Si professano cristiani e pretendono dì rifarsi alla più pura volontà di Cristo. Le cose non stanno così: "noi desidereremmo prestar loro fede, se i dolorosissimi fatti, che sono quotidianamente sotto gli occhi di tutti, non provassero il contrario". È in corso una vera e propria guerra, ammonisce il Papa: "da una parte ci sono alcuni che difendono i principi di quella che chiamano moderna civiltà, dall'altra ci sono altri che sostengono i diritti della giustizia e della nostra santissima religione". L'obiettivo che i massoni perseguono è "non solo la sottrazione a questa Santa Sede ed ai Romano Pontefice dei suo legittimo potere temporale", ma anche "se mai fosse possibile, la completa eliminazione dei potere di salvezza della religione cattolica". Dalla dura guerra di religione scatenata durante il Risorgimento ad oggi le cose sono cambiate? Sotto tanti aspetti sì. Però c'è un inquietante particolare che indurrebbe a non esserne così sicuri: l'attitudine dei mezzi di comunicazione di massa a sostenere che l'atteggiamento della Chiesa nei confronti della massoneria è radicalmente mutato. Così nel 1995 la più diffusa enciclopedia su dischetto - la Grolier Multimedia Enciclopedia scrive: "il divieto ai cattolici di far parte di logge massoniche è stato cancellato nel 1983". Così, ed è caso molto serio, il Corriere della Sera nel luglio dello scorso anno in un'inchiesta pubblicata su Sette dal titolo Il risveglio della Massoneria. Lindner, firmatario dell'articolo, sostiene: "L'istituzione ha dovuto fare sempre i conti con gli ostacoli frapposti dai Vaticano che solo nel 1983 ha tolto la scomunica".

È vero l'esatto contrario: nel 1983 la Chiesa non ha cancellato nessuna delle centinaia di scomuniche commi nate nel tempo contro la massoneria. La Chiesa ha fatto di più: nella Dichiarazione sulla Massoneria dei 26 novembre 1983 ha ribadito ad opera del card. Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, che nulla è cambiato dall'epoca della prima censura contenuta nella bolla In eminenti redatta il 28 aprile 1738 da Clemente XII. Nulla di nuovo sotto il sole.

Dichiarazione sulla massoneria della Congregazione per la Dottrina della Fede (1983)

È stato chiesto se sia mutato il giudizio della Chiesa nei confronti della massoneria per il fatto che nel nuovo Codice di Diritto Canonico essa non viene espressamente menzionata come nel Codice anteriore. Questa Congregazione è in grado di rispondere che tale circostanza è dovuta a un criterio redazionale seguito anche per altre associazioni ugualmente non menzionate in quanto comprese in categorie più ampie. Rimane pertanto immutato il giudizio negativo della Chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche, poiché i loro prindpi sono stati sempre considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa e perciò l'iscrizione a esse rimane proibita. I fedeli che appartengono alle associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione. Non compete alle autorità ecclesiastiche locali di pronunciarsi sulla natura delle associazioni massoniche con un giudizio che implichi deroga a quanto sopra stabilito, e ciò in linea con la Dichiarazione di questa 5. Congregazione del 17 febbraio 1981 (cf AAS 7311981, pp. 240-241). lì Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, nel corso del l'Udienza concessa al sottoscritto Cardinale Prefetto, ha approvato la presente Dichiarazione, decisa nella riunione ordinaria di questa S. Congregazione, e ne ha ordinato la pubblicazione. Roma, dalla Sede della S. Congregazione per la Dottrina della Fede, il 26 novembre 1983.
Joseph Card. Ratzinger, Prefetto
Fr. Jérome Hamer, O. R, Arcivescovo tit. di Lorìum, Segretario

Bibliografia:

Angola Pellicciari, L'altro Risorgimento. Una guerra di religione dimenticata, Piemme, Casale Mon.to (AL) 2000.

Roberto de Mattei, Le società segrete nella rivoluzione italiana, in Massimo vigllone, La rivoluzione italiana Storia critica del Risorgimento, Il Minotauro, Roma 2001, pp. 125-151.

Claudio Croscimanno - Marco Fosco, Risorgimento: chi ha paura della verità?, Lux Veritatis, Isernia 2002.

Florido Giantulli S.J.., L'essenza della massoneria italiana, Pucci Cipriani Editore, Firenze 1973.


in foto Vittorio Emanuele II
-Chris-



RIVELAZIONI L'esoterismo nella cultura nazionale dal Risorgimento alla Repubblica
tratto da Avvenire - 08 Settembre 2001

Italia, la patria del pendolino

«Mazzini credeva agli Ufo, i Savoia ospitarono occultisti da tutt'Europa in funzione anticlericale, Amendola senior era un teosofo... E forse non è un caso se il Manifesto di Marx uscì nello stesso anno della prima seduta spiritica» «La magia era l'altra faccia del razionalismo materialista»

Una nazione fondata sui pendolini? No, non stiamo parlando del treno superveloce, ma dell'attrezzo principe di medium e sedute spiritiche. È poco noto che insigni padri della Patria, come Garibaldi e Mazzini, furono dediti a spiritismo e a occultismo. E non solo loro. Lo fu molta parte della politica e cultura risorgimentale e del Novecento: Capuana, Carducci e Leopardi, D'Annunzio, Giovanni Amendola... Un vero e proprio filo rosso che lega ultimi due secoli, come documenta il volume di Cecilia Gatto Trocchi Storia esoterica d'Italia (Piemme).

Se le fondamenta della nostra identità nazionale ballano come tavolini, non sarà forse dovuto anche a queste origini? Possono essere considerate un carattere nazionale?

«Non direi - risponde l'antropologa -. Più in generale magia ed esoterismo sono l'altra faccia del razionalismo materialista. Di quella vena utopica che assume alcuni caratteri dal Rinascimento fino al Settecento. Ed è il contrario del cristianesimo che è hic et nunc».

Ma il fenomeno, visto oggi, non ha una diffusione piuttosto popolare, radicata anche in una certa religiosità?

«Come diceva Mircea Eliade questi fenomeni nascono nelle élites e si trasmettono a cerchie più ampie con un lungo processo. Fino a intellettualini e giornalistini, che propagano oggi una cultura orientaleggiante. Per me è molto acuta la frase di Calvino, il quale già negli anni Sessanta diceva che il terreno che il pensiero laico ha sottratto ai teologi è stato occupato dai negromanti. La religiosità popolare andrebbe, invece, distinta. Cesare Lombroso confinava l'esperienza della realtà esterna nelle onde cerebrali. Mentre chi si rivolge, anche in modo tradizionale ai defunti o ai santi, pensiamo a padre Pio, ha il senso della trascendenza che nell'esoterismo manca. Esso è radicalmente immanente.

In questo guazzabuglio esoterico non potevano mancare le streghe: lo scrittore americano Charles G. Leland nel 1899 pubblica Aradia. Il Vangelo delle streghe. Si trattava di testi rituali che sarebbero stati rivelati all’autore da una strega originaria della Romagna-Toscana. In questo libro le streghe erano viste come liberatrici degli oppressi e garanti dell’uguaglianza universale che si sarebbe instaurata a breve.

Inevitabili poi i riferimenti al Principe delle Tenebre per eccellenza: il diavolo. Fin dal medioevo gli scrittori avevano subito il fascino infernale, e il filone diabolico ebbe un risveglio notevole in epoca romantica. Leopardi abbozzò un inno ad Arimane, il demone malvagio della religione persiana, e Carducci scrisse il famosissimo inno A Satana in cui il diavolo era visto come simbolo del progresso. Sulle interpretazioni letterarie del tema diabolico aleggiavano le Litanie di Satana di Baudelaire, il cui fascino ha attraversato le generazioni letterarie. Nel mondo contemporaneo l’ispirazione diabolica ha trovato sbocchi che talvolta si esprimono in sette sataniche con caratteristiche che oscillano fra il balordo e il delinquenziale. Ma la materia infernale è ancora capace di ispirare opere , al punto che nel XXI secolo il demonio in persona si è affacciato sulla scena editoriale (Satana, Liturgia infernale, Società Editrice «Il Ponte Vecchio»)».

Non a caso alcune figure che lei indaga sono di matrice marxista. Come Giovanni Amendola padre che si interessò di teosofia.

«Lo spiritismo è sempre in connessione con un razionalismo materialista. Il fare dell'uomo un "tubo digerente" che è ciò che mangia, come diceva Feuerbach, il confinare tutto alla vita materiale, sono cose che non reggono. Va notata poi la coincidenza di data tra il Manifesto del partito comunista, 1848, con la prima seduta spiritica pubblica delle sorelle Fox. Il caso-Amendola, poi, è particolare. Aveva capito che la moralità laica è una presa in giro. Quindi cercò nella teosofia una fondazione morale religiosa. Ma si dissociò deluso e rimase un isolato».

Quali sono i tratti che abbiamo ereditato dal Risorgimento letto in chiave esoterica?

«L'idea dell'evoluzionismo, nonostante esso oggi sia in crisi. L'esistenza di altri mondi abitati da creature intelligenti: Mazzini credeva negli extraterrestri. C'è poi una corrente sotterranea di teosofia, un po' la nonna della New Age, che porta con sé sincretismo e gnosi. Si separa l'entità del Cristo cosmico dalla figura di Gesù storico, considerato solo un profeta. Infine, la rivalutazione del politeismo, visto come fattore di civiltà. Sono i semi che oggi sono fioriti. Prendiamo il caso della città di Torino, considerata ancora oggi città magica. Ciò è dovuto al fatto che i Savoia accolsero da tutta Europa maghi, occultisti e spiritisti in funzione anticlericale. Questi personaggi e gruppi si sono radicati nella capitale sabauda e sono diventati punto di riferimento».

Nel libro lei tocca anche due autori che hanno formato generazioni di italiani: Manzoni e Collodi.

«Sì. Per il primo ho cercato di far vedere come fosse interessato a fenomeni quali il mesmerismo (l'idea che esista un magnetismo animale che guarisce, propugnata tra Sette e Ottocento dal medico tedesco Franz Anton Mesmer ndr). Era il clima culturale del tempo. Il secondo, invece, i massoni hanno cercato di tirarlo dalla loro parte. Ma non è di nessuno. Per me Pinocchio è uno dei capolavori dell'umanità. Infatti tutta la nostra vita è un'iniziazione, come appare nel romanzo. Basti pensare alla metafora del legno...»

Anche il verismo è caduto nell'inganno occultista.

«Sì. Capuana cercò di scrivere una biografia di Foscolo fidandosi di una medium. E ci ha creduto fino alla fine. Questo dà la misura del disorientamento».

È esistita dunque anche, tra le varie che ci ha lasciato in eredità il Risorgimento, anche una questione esoterica?

«Sì. Basta pensare al tentativo di sradicare le nostre radici. Che sono greco-romane e ebraico-cristiane. Siamo figli dell'idea senechiana e cristiana di responsabilità. Ma questa identità la stiamo perdendo e sa perché?».

Dica.

«Perché chi è destrutturato è il miglior consumatore del mondo».


Carbonari New Age

I rapporti tra Mazzini e l'esoterismo furono espliciti: conobbe la teosofa madame Blavatsky e fu «Gran Jerofante» di Memphis e Misraim, rito massonico esoterico a cui apparteneva anche Garibaldi. Ma ci sono altri elementi che, secondo la ricostruzione della Gatto Trocchi, fanno di Mazzini un vero e proprio precursore della New Age. Innanzitutto la credenza nella reincarnazione. La vita come progresso ininterrotto e verso forme morali sempre più elevate. Senza escludere il resto dell'universo. Questo mix di panteismo e teismo, unito alla possibilità di riconoscere vita anche negli altri pianeti, fanno di lui, secondo la Gatto Trocchi, un precursore di quello che oggi viene chiamato «channeling», e consiste in una tecnica di contatto con spiriti ed entità cosmiche. Il fondatore della «Giovane Italia» non manca di citare gli angeli, in senso non cattolico, come «le anime dei giusti vissuti nell'amore e nel sacrificio e morti nell'amore e nella speranza».

Foscolo al tavolino

Adesione alla realtà. Questo il «credo» del Verismo. Sorprende dunque vedere tra i più accaniti frequentatori di sedute spiritiche uno dei nostri rappresentanti del genere: Luigi Capuana. Avrebbe nientemeno progettato una biografia di Foscolo con l'aiuto di Beppina, una giovane posseduta dallo spirito del poeta. Capuana fu per tutta la vita impegnato in esperimenti occultisti e arrivò a polemizzare con Pirandello che non ci credeva.

Manzoni e il magnetismo

L'accusa di «occultismo» arrivò a Manzoni da Cesare Cantù. Infatti l'autore dei «Promessi sposi» per salvare l'amico Tommaso Grossi, malato, era ricorso inutilmente a un guaritore francese. Il figliastro Stefano Stampa nel 1885 precisò di aver parlato al patrigno degli esperimenti eseguiti a Milano da un signor La Fontaine, seguace del «mesmerismo», teoria pseudoscientifica che attribuiva capacità di guarire a un fluido magnetico dei corpi. Lo stesso Stampa condusse esperimenti che impressionarono Manzoni. «Sebbene non fosse del tutto persuaso - racconta il figliastro - certo era assi interessato, al punto che chiese dei libri in prestito per documentarsi». Lo scrittore aveva parlato di questi fenomeni con Rosmini e entrambi li avevano definiti «curiosi».

Un autore che si richiamava spesso a riferimenti misteriosofici era Gabriele d’Annunzio. Tra le infinite simbologie che emergono dall’opera dannunziana si notano temi che avranno straordinaria fortuna in epoche successive: il Vate abbozzava in alcune sue opere certe mitologie demenziali della confusione sessuale che oggi vengono propagandate con insistenza dai mass media. D’Annunzio mutuava questi temi dalle opere del massone francese Josephin Péladan. Per tutta la vita D’Annunzio mostrò un particolare interesse per temi esoterici, massonici e astrologici: lo stesso Vittoriale è una vera e propria selva di simboli abilmente architettata dal poeta.

Infine il libro tratta delle ipotesi di Maurizio Blondet sulle strategie controiniziatiche che sono alla base del mondo contemporaneo. Il celebre giornalista ha ricostruito le idee guida che ispirano l’azione del mondialismo e ne ravvisa la fonte principale nella gnosi predicata dall’ebreo Jacob Frank, che insegnava a raggiungere la purificazione attraverso il male e il peccato.

Anche il marxismo è imbevuto di questa concezione: la storia ha mostrato come il comunismo non abbia affatto promosso la “giustizia sociale”, ma abbia perseguito il fine di una devastazione e di un annientamento dei valori fini a se stessi. Il mondialismo, proseguendo su questa strada, si accanisce particolarmente sulle tradizioni classiche e cristiane della civiltà occidentale per sostituirle con un sacro necrofilo e mortifero: in effetti l’attuale modello di società multicriminale prospetta una vera e propria ideologia del sacrificio umano, una mistica dello stupro universale dove ciascuno è maschio e femmina, in una sorta di ierogamia satanica!

Il XXI secolo, infatti, si apre col trionfo di una mentalità masochista che ricava piacere dalla sottomissione. È l’aspetto più evidente della femminilizzazione delle società a capitalismo avanzato: un atteggiamento mentale che manda in visibilio gli intellettuali di regime che, sulla scia dell’esoterismo massonico, continuano l’opera dei “patrioti” risorgimentali.

* * *
Risorgimento e Massoneria

di Angela Pellicciari

tratto da Il Timone -n. 24 Marzo/Aprile 2003

L'opera della massoneria nel Risorgimento italiano. Iniziata con Napoleone e terminata con la distruzione dello Stato pontificio. Sempre condannata dal magistero.

In un articolo comparse su La Stampa nel dicembre 2000, Norberto Bobbio accusa "gruppi di cattolici militanti" che pretendono di "riscrivere" il Risorgimento dandone "una interpretazione che non esiterei a chiamare di destra, secondo cui il Risorgimento è stato un movimento guidato da élites anticlericali, per non dire addirittura massoniche, il cui scopo ultimo era l'abbattimento del potere temporale dei Papi".

"Per non dire addirittura massoniche" - scrive Bobbio - e la cosa suscita più di un sorriso. Che lo scopo ultimo della massoneria dell'Ottocento tosse proprio l'abbattimento del potere temporale dei papi e che per raggiungere questo obiettivo i "fratelli" di tutto il mondo si siano affidati ai Savoia che hanno realizzato un'unificazione italiana ad immagine e somiglianza dei desiderata del pensiero massonico, sta scritto nero su bianco in centinaia di documenti sia di parte massonica che cattolica.

Tanto per esemplificare. Il Risorgimento è iniziato dal massone Napoleone che invade l'Italia e la saccheggia impunemente in nome della "libertà". Prima dì entrare a Milano, il futuro imperatore ha l'ardire di rivolgere alla popolazione il seguente bando: "Noi siamo amici di tutti i popoli, ed in particolare dei discendenti dei Bruti e degli Scipioni. Ristabilire il Campidoglio, collocandovi onorevolmente le statue degli eroi che lo resero celebre: e risvegliare il Popolo Romano assopito da molti secoli di schiavitù, tale sarà il frutto delle nostre vittorie, che formeranno epoca nella posterità". Napoleone attribuisce a se stesso il ruolo di liberatore. Vuole che gli italiani non siano più schiavi. Ma da chi e da cosa gli italiani, carichi di storia e di primati, avrebbero dovuto essere liberati? Lo si capisce con immediatezza considerando lo stemma del Regno d'Italia che vede la luce nel 1805, frutto della fervida fantasia del generale-imperatore. Come distintivo del nuovo tipo di regalità, spicca, tra gli altri, un simbolo molto impegnativo: un Pentalfa massonico (una stella a cinque punte) con due punte rivolte verso l'alto e una sola verso il basso. Un'insegna satanica. Ciò significa che Napoleone non si vergogna di mostrare in bella vista cosa intende per l'Ordine Nuovo che viene imporre al mondo: un ordine fondato sulla potenza di Satana. Un ordine anticristiano.

Per capire come il binomio massoneria-satanismo sia in qualche modo costitutivo, bisogna tener presente che la visione del mondo massonica è interamente costruita intorno a due presupposti. lì primo è il rifiuto della Rivelazione: i massoni ritengono spetti all'uomo in totale autonomia e col solo aiuto della ragione stabilire quali siano le leggi della morale e del vivere civile. Questo è anzi il compito che i massoni ritengono loro proprio ed esclusivo: non a caso il 10 febbraio 1996 una pagina intera di pubblicità sul Corriere della Sera ricorda che i massoni "hanno la responsabilità morale e materiale di essere guida di altri uomini". Il secondo presupposto è che la natura dell'uomo (della specie umana, non del singolo) è costantemente perfettibile: si tratta del mito del Progresso che induce a ritenere possibile il raggiungimento su questa terra della felicità (il diritto alla felicità tanto solennemente iscritto nella Costituzione americana) conseguito attraverso il pieno sviluppo di tutte le potenzialità umane. La massoneria ritiene dunque possibile raggiungere la tangenza uomo-dio con le sole forze della ragione, e cioè per natura: gli aspetti di satanismo che colorano tante posizioni massoniche derivano da questa convinzione. Nel libro della Genesi quando Satana si rivolge ad Eva lo fa proprio per insinuarle il desiderio di diventare Dio come se ciò fosse possibile in forza di un semplice atto di volontà: "Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio" (Gn 3, 5). Tanto per restare in Italia, è in questo contesto teorico che Giosuè Carducci compone l'inno a Satana ("Salute, o Satana,\ O ribellione,\ O forza vindice\ De la ragione!").

Tenendo presenti questi assunti diventa chiaro in che senso Napoleone (ed i liberali dopo si lui) spaccino se stessi per i liberatori del popolo italiano: si propongono di "liberare" gli italiani dal cattolicesimo che, a loro modo di vedere, ha trasformato gli 'eredi degli Scipioni" in un popolo di schiavi.

Più in generale la massoneria ritiene che gravi sulle sue spalle il compito ciclopico di liberare l'uomo dalla superstizione, da ogni superstizione. Ecco cosa scrive nel 1853 il luminare della massoneria francese J.M. Ragon: l'ordine apre i suoi templi agli uomini "per liberarli dai pregiudizi dei loro paesi o dagli errori delle religioni dei loro padri". Ancora: la massoneria "non riceve la legge ma la stabilisce dal momento che la sua morale, una ed immutabile, è più estesa e più universale di quelle delle religioni native, sempre esclusive".

La massoneria italiana è perfettamente allineata su questa posizione. La Costituente che si riunisce nel maggio del 1863 dopo aver stabilito che l'ordine "Non prescrive nessuna professione particolare di fede religiosa, e non esclude se non le credenze che imponessero l'intolleranza delle credenze altrui", precisa (art.3) che i principi massonici debbono gradualmente divenire "legge effettiva e suprema di tutti gli atti della vita individuale, domestica e civile" e specifica (art.8) che il fine ultimo dell'istituzione è "raccogliere tutti gli uomini liberi in una gran famiglia, la quale possa e debba a poco a poco succedere a tutte le chiese, fondate sulla fede cieca e l'autorità teocratica, a tutti i culti superstiziosi, intolleranti e nemici tra loro, per costruire la vera e sola chiesa dell'Umanità".

"Legge suprema di tutti gli atti della vita individuale, domestica e civile", prescrive la Costituente. Detto fatto. Tutti gli ordini religiosi cattolici all'indomani dell'unità d'Italia vengono aboliti ed i loro beni svenduti all'1% della popolazione di fede liberale. Tutte le opere pie costruite nel corso dei secoli soppresse. Le processioni cattoliche vietate, permesse quelle massoniche. Le scuole cattoliche chiuse, imposte quelle di Stato a guida "illuminata". E via continuando.

Stando così le cose, è ovvio che fra Chiesa cattolica e massoneria ci sia incompatibilità radicale. Fra Cristo e Belial - ricordano Pio IX e Leone XII - non ci può essere compromesso.

Eppure è stato reiteratamente sostenuto il contrario. Per convincere le masse cattoliche della bontà della proprie intenzioni, l'élite massonica ha avuto a disposizione, in primo luogo, la menzogna. I fratelli hanno spesso gridato ai quattro venti di essere cattolici più cattolici del Papa. Così hanno fatto i fautori del nostro Risorgimento. A questa propaganda calunniosa i papi hanno risposto come potevano, ripetendo all'infinito la serie delle scomuniche contro la massoneria: ogni volta c'era qualcuno che sosteneva che le censure ecclesiastiche, per lui e per i suoi, non valevano. E ogni volta i papi dovevano ricominciare. Durante il Risorgimento la guerra contro la Chiesa cattolica condotta dalla massoneria nazionale ed internazionale è stata particolarmente cruenta e distruttiva.

Essendo la popolazione italiana tutta cattolica, per far trionfare il proprio punto di vista assolutamente minoritario i liberal-massoni hanno fatto ricorso ad una strategia che si potrebbe definire coperta: hanno provato in ogni modo ad infiltrarsi all'interno della Chiesa per condizionarla dal di dentro, hanno colto ogni possibile occasione per definirsi cattolici perfettamente ortodossi, hanno fatto scattare sul piano interno ed internazionale una campagna di denigrazione e falsificazione sistematica delle condizioni di tutti gli Stati italiani ad eccezione dei Piemonte.

Contro lo Stato della Chiesa era già in corso una pluricentenaria campagna d'odio e di calunnia orchestrata dalle potenze protestanti. La massoneria organizza un'intensificazione di questa propaganda e lo Stato pontificio viene descritto come il più sanguinano, retrogrado e mai amministrato di tutta la terra. Contro ogni ragionevolezza e contro ogni verità storica, l'ordine cerca di convincere i cattolici che la semplice esistenza di uno Stato pontificio sia contraria all'insegnamento di Cristo, vissuto povero e morto in croce, e assicura che rinunciando alla sua visibilità (dal momento che non siamo puri spiriti ciò equivale alla rinuncia all'esistenza) la Chiesa avrebbe guadagnato in spiritualità e purezza. Pio IX ha combattuto come un leone in difesa della verità. In decine di encicliche ha descritto a cosa corrispondevano nei fatti le belle e suadenti parole della propaganda liberale. Per evitare che il suo gregge rimanesse abbagliato dalla menzogna trionfante, a cominciare dal 1849 (costretto all'esilio all'epoca della Repubblica romana) ha preso carta e penna per raccontare ai cattolici cosa succedeva durante il supposto "risorgimento" della nazione. i massoni, ricorda il Papa, proclamano ai quattro venti di agire nell'interesse della Chiesa e della sua libertà. Si professano cristiani e pretendono dì rifarsi alla più pura volontà di Cristo. Le cose non stanno così: "noi desidereremmo prestar loro fede, se i dolorosissimi fatti, che sono quotidianamente sotto gli occhi di tutti, non provassero il contrario". È in corso una vera e propria guerra, ammonisce il Papa: "da una parte ci sono alcuni che difendono i principi di quella che chiamano moderna civiltà, dall'altra ci sono altri che sostengono i diritti della giustizia e della nostra santissima religione". L'obiettivo che i massoni perseguono è "non solo la sottrazione a questa Santa Sede ed ai Romano Pontefice dei suo legittimo potere temporale", ma anche "se mai fosse possibile, la completa eliminazione dei potere di salvezza della religione cattolica". Dalla dura guerra di religione scatenata durante il Risorgimento ad oggi le cose sono cambiate? Sotto tanti aspetti sì. Però c'è un inquietante particolare che indurrebbe a non esserne così sicuri: l'attitudine dei mezzi di comunicazione di massa a sostenere che l'atteggiamento della Chiesa nei confronti della massoneria è radicalmente mutato. Così nel 1995 la più diffusa enciclopedia su dischetto - la Grolier Multimedia Enciclopedia scrive: "il divieto ai cattolici di far parte di logge massoniche è stato cancellato nel 1983". Così, ed è caso molto serio, il Corriere della Sera nel luglio dello scorso anno in un'inchiesta pubblicata su Sette dal titolo Il risveglio della Massoneria. Lindner, firmatario dell'articolo, sostiene: "L'istituzione ha dovuto fare sempre i conti con gli ostacoli frapposti dai Vaticano che solo nel 1983 ha tolto la scomunica".

È vero l'esatto contrario: nel 1983 la Chiesa non ha cancellato nessuna delle centinaia di scomuniche commi nate nel tempo contro la massoneria. La Chiesa ha fatto di più: nella Dichiarazione sulla Massoneria dei 26 novembre 1983 ha ribadito ad opera del card. Ratzinger, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, che nulla è cambiato dall'epoca della prima censura contenuta nella bolla In eminenti redatta il 28 aprile 1738 da Clemente XII. Nulla di nuovo sotto il sole.

Dichiarazione sulla massoneria della Congregazione per la Dottrina della Fede (1983)

È stato chiesto se sia mutato il giudizio della Chiesa nei confronti della massoneria per il fatto che nel nuovo Codice di Diritto Canonico essa non viene espressamente menzionata come nel Codice anteriore. Questa Congregazione è in grado di rispondere che tale circostanza è dovuta a un criterio redazionale seguito anche per altre associazioni ugualmente non menzionate in quanto comprese in categorie più ampie. Rimane pertanto immutato il giudizio negativo della Chiesa nei riguardi delle associazioni massoniche, poiché i loro prindpi sono stati sempre considerati inconciliabili con la dottrina della Chiesa e perciò l'iscrizione a esse rimane proibita. I fedeli che appartengono alle associazioni massoniche sono in stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa Comunione. Non compete alle autorità ecclesiastiche locali di pronunciarsi sulla natura delle associazioni massoniche con un giudizio che implichi deroga a quanto sopra stabilito, e ciò in linea con la Dichiarazione di questa 5. Congregazione del 17 febbraio 1981 (cf AAS 7311981, pp. 240-241). lì Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, nel corso del l'Udienza concessa al sottoscritto Cardinale Prefetto, ha approvato la presente Dichiarazione, decisa nella riunione ordinaria di questa S. Congregazione, e ne ha ordinato la pubblicazione. Roma, dalla Sede della S. Congregazione per la Dottrina della Fede, il 26 novembre 1983.
Joseph Card. Ratzinger, Prefetto
Fr. Jérome Hamer, O. R, Arcivescovo tit. di Lorìum, Segretario

Bibliografia:

Angola Pellicciari, L'altro Risorgimento. Una guerra di religione dimenticata, Piemme, Casale Mon.to (AL) 2000.

Roberto de Mattei, Le società segrete nella rivoluzione italiana, in Massimo vigllone, La rivoluzione italiana Storia critica del Risorgimento, Il Minotauro, Roma 2001, pp. 125-151.

Claudio Croscimanno - Marco Fosco, Risorgimento: chi ha paura della verità?, Lux Veritatis, Isernia 2002.

Florido Giantulli S.J.., L'essenza della massoneria italiana, Pucci Cipriani Editore, Firenze 1973.

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