LUGLIO-MESE DEL PREZIOSISSIMO SANGUE DI GESU'


MESE DI LUGLIO
CATECHESI SUL PREZIOSISSIMO SANGUE
(Racconti di miracoli Eucaristici, episodi tratti da vite di santi, le lacrime di sangue della Madonna)

"Questo è il mio sangue dell'alleanza"

"Il Sangue di' Cristo è il pegno dell 'amore fedele di Dio per l'umanità. Fissando le piaghe del Crocifisso, ogni uomo, anche in condizioni di estrema miseria morale, può dire: Dio non mi ha abbandonato, mi ama, ha dato la vita per me ". Papa Benedetto XVI

Il sangue, come portatore della vita, ha avuto da sempre un'importanza fondamentale presso tutti i popoli. Nell'Antico Testamento, l'aspersione con il sangue degli animali sacrifi­cati era espressione del suggello dell'alleanza fra Yahweh e il popolo eletto. "Allora Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, di­cendo: `Ecco il sangue dell'alleanza che il Signore ha concluso con voi'. " (Es 24,8)

Nel 2009 Papa Benedetto XVI, in luglio, mese del Preziosissimo Sangue, riferendosi all'al­leanza ai piedi del Sinai, ha detto: "Gesù si è riferito esplicitamente a queste parole du­rante l'ultima cena", quando ha stretto la nuova ed eterna alleanza nel suo proprio san­gue: "Poi prese il calice ... lo diede loro, dicendo: `... questo è il mio sangue dell'al­leanza, versato per molti, in remissione dei peccati". (Mt 26,28)

Nell'Antico Testamento viene presentato anche l'aspetto salvifico del sangue simboleggiato da quello dell'agnello. Quando il faraone non per­mise al popolo di Israele di lasciare l'Egitto, terra dove gli ebrei da secoli vivevano in schia­vitù, Mosè gli preannunciò la morte di ogni pri­mogenito egiziano. Per proteggere gli israeliti, Yahweh ordinò a Mosè di far immolare un agnello, senza difetto, maschio, nato nell'anno, di mangiarlo e di segnare con il suo sangue gli architravi e gli stipiti delle case. In questo mo­do il popolo eletto venne risparmiato e fu resa libera la via verso l'esodo.

Nel Nuovo Testamento, Giovanni Battista indica Gesù come il vero Agnello: "Ecco l'Agnello di Dio, ecco Colui che toglie il pec­cato del mondo" (Gv 1,29). Veramente il Signore ha versato il suo sangue innocente sul legno della croce per la redenzione di tutti gli uomini di tutti i tempi. Nel tempio di Gerusalemme, durante la Pasqua ebraica, si sentiva il belare di circa 18.000 agnelli, il cui sangue scorreva a fiumi; l'unico Agnello di Dio, senza macchia, sul Cal­vario, ha dato la Sua vita fino all'ultima goccia di sangue per sconfiggere definitivamente satana, l'antico serpente e liberarci per sempre dalla schiavitù del peccato.

S. Tommaso d'Aquino, nel suo famoso inno "Adoro te devote", "Ti adoro devotamente", ha scritto che an­che solo un'unica goccia di questo prezio­so sangue sarebbe stata sufficiente per la salvezza.

Dal momento in cui Longino con la lancia trafisse il fianco del Salvatore e da questa ferita sgorgarono sangue ed acqua, il prezioso sangue di Gesù non ha più smesso di scorrere come fonte di vita per la Chiesa. S. Antonio di Padova ha descritto questa realtà paragonandola all'immagine di una madre che allatta: "Gesù Cristo stesso ci nutre con il suo sangue come una madre che allatta il suo bambino. Per questo, sul Golgota, Egli si è fatto aprire il petto con una lancia in modo che, come una madre dà il latte al suo bambino, egli ci dà il Suo prezioso sangue come bevan­da". E quel fiume di grazie che redime, pu­rifica, rafforza e santifica, non si esaurisce, finché l'evento del Calvario sarà reso pre­sente durante la S. Messa.

Cipriano di Cartagine, vescovo e martire dell'Africa del nord, durante una forte perse­cuzione, promosse la comunione quotidiana, ponendo più volte nelle sue lettere la doman­da: "Da dove dovremmo prendere la for­za di versare il nostro sangue per Cristo? Per fare questo, noi combattenti di Cri­sto, dobbiamo bere tutti i giorni il Suo calice ".

Insieme a tutti gli altri innumerevoli martiri, egli appartiene a coloro che "vengono da ogni nazione, razza, popolo e lingua " (Ap 7,9) e che nell'Apocalisse sono descritti come "coloro che sono passati attraverso la grande tribolazione e hanno lavato le loro vesti rendendole candide col sangue dell'Agnello ". (Ap 7,14)

Anche noi siamo tra coloro che Gesù vuole rafforzare con il Suo corpo e il Suo sangue; nel Calice del Signore noi possiamo versare la nostra "goccia di sangue quotidiana", cioè i piccoli sacrifici di ogni giorno.

In tutta la sua mistica bellezza, questa pre­ziosa icona russa raffigura il sublime mistero dell'incarnazione del Figlio di Dio nel grembo di Maria: la Trinità ha formato il corpo del Sal­vatore da Maria, e solo da Maria. Da Lei furo­no plasmati il corpo e il sangue che il nostro Signore Gesù versò poi per amore. Durante la Giornata mondiale del malati del 2008, Papa Benedetto XVI ha detto: 'Fra Madre e Figlio sussiste un legame indisso­lubile che percepiamo in modo misterioso nell'Eucaristia ".

Sull'icona viene raffigurato il grembo immaco­lato e pieno di grazia della Madre di Dio come un trono, un altare sul quale si trova Gesù in un calice pieno di sangue; come divino Sommo Sacerdote egli è nell'atto di benedire con le due mani. Se da questo calice noi beviamo il Suo prezioso Sangue, diventeremo una cosa sola con Lui e grazie alla Sua intima unione con la Madre, diventeremo un tutt'uno anche con la Madre di Dio. Questo intendeva`' S. Francesco di Sales quando scriveva: "Se vuoi essere imparentato con la Beata Vergine Maria, vai a fare la Comunione. Perché quando ricevi la Santa Eucaristia, ricevi carne della Sua carne e sangue del Suo sangue; perché il prezioso corpo del Salvatore, presente nel SS. Sacramento, fu formato nel grembo della Vergine dal Suo purissimo sangue ". San Francesco di Sales

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