Esorcisti: noi avamposto dell’amore di Dio

Il diavolo c’è e lotta contro di noi. Spesso attraverso vie subdole o ammantate di fascino, a volte in modo violento e drammatico. Il male infatti «si rende particolarmente visibile e, perciò, identificabile nel ministero del sacerdote esorcista, quando, specialmente nel caso della possessione, il demonio, manifestandosi, mostra la propria deliberata ed intrattabile volontà di uccidere e possedere, di ingannare ed usurpare, di umiliare ed offendere», ha osservato il cardinale Mauro Piacenza, penitenziere maggiore, nel messaggio inviato agli oltre 150 partecipanti al X Corso internazionale sul ministero dell’esorcismo e la preghiera di liberazione organizzato dall’Istituto Sacerdos dell’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum in collaborazione con il Gruppo di ricerca e informazione socio-religiosa (Gris). 

Quella condotta da Satana è una battaglia senza esclusione di colpi con mezzi che, ha sottolineato Piacenza, sono gli stessi «che il mondo adopera da duemila anni contro la Santa Chiesa», come ad esempio «tacere di fronte alle esigenze della verità, della giustizia e della infinita misericordia di Dio», «rivendicare, in modo irresponsabile, diritti inesistenti», «attaccare, con la menzogna» nel tentativo «di indebolire l’annuncio luminoso della verità della creazione e della salvezza». 
«Il male non è un problema metafisico, ma una sfida all’intelligenza, alla sensibilità, alla capacità di costruire e di amare dell’uomo», ha evidenziato monsignor Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara-Comacchio. Il male dunque «esiste e l’uomo ne ha una rovinosa complicità perché lo persegue come se fosse la strada verso il bene». E il demonio, «nella sua articolata presenza», ha aggiunto l’arcivescovo, interviene nella vita degli uomini e «attacca perché la fede diminuisca, scompaia». 

Ecco allora che, davanti al dilagante diffondersi del male, la Chiesa deve rispondere «esprimendo il potere di Cristo su di esso, cioè con la carità». Che significa «annunciare Cristo come unico salvatore dell’uomo», accogliere e mai emarginare. Specialmente «i fratelli posseduti». «La carità verso di loro, che portano nel volto i segni di questa nuova lebbra, si esprime nell’esorcismo», ha scandito Negri per il quale i sacerdoti che hanno il compito di praticarlo sono «un avamposto dell’amore di Dio per gli uomini di oggi». 

«Esorcismo e preghiera di liberazione rappresentano un atto della misericordia del Signore verso l’uomo», ha ribadito padre Pedro Barrajon, direttore dell’Istituto Sacerdos, che ha rilevato la felice coincidenza dell’apertura del Corso all’indomani dell’indizione del Giubileo straordinario sulla misericordia da parte di papa Francesco. L’appuntamento, giunto alla sua decima edizione, «vuole essere una risposta teorica e pratica all’invito del Pontefice alla vigilanza e allo stesso tempo alla fiducia che il bene vince sempre sul male», ha detto padre Jesus Villagrasa, magnifico rettore dell’ateneo. Con questo orizzonte, il Corso, che si concluderà sabato con una tavola rotonda con alcuni esorcisti, spazia dall’approfondimento della base teologica sull’azione di angeli e demoni, al rito e alla parte liturgica della pratica esorcistica, senza tralasciare il dialogo con la psicologia, la giurisprudenza e la medicina. 

Con un’attenzione particolare alle forme di religiosità alternativa quali l’esoterismo, l’occultismo, il vampirismo, l’ufologismo, la stregoneria che, ha messo in guardia Giuseppe Ferrari, segretario nazionale del Gris, «hanno un forte impatto sul mondo giovanile, sempre più attratto da imbonitori che vogliono solo dominare le coscienze anziché da Cristo».


da Avvenire

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