Quella Porta Santa che varcò per l'ultima volta Maria Goretti
Nella Casa del Martirio dove visse la giovane Santa, il vescovo di Latina, mons. Crociata, ha presieduto il rito d'apertura della Porta Santa
Quella di Santa Maria Goretti è una delle immagini che meglio rappresentano il perdono e la misericordia. Nota la sua vicenda: era il 1902 quando, nella desolata e afosa cascina di Ferriere di Conca, nelle Paludi Pontine, l'11enne Maria Goretti fu assalita da un ragazzo che tentò di stuprarla. Di fronte alle resistenze e alle grida della piccola, l'uomo reagì colpendola più volte al torace e all'addome con un punteruolo.
Maria fu trasferita ancora cosciente in ospedale, a Nettuno. Il giorno successivo al suo ricovero, la piccola morì per delle complicazioni conseguenti a un intervento chirurgico. Un brutto episodio di cronaca nera si rivelò presto l'inizio di una vera e propria epopea mondiale. Prima di spirare, dinanzi a tanti testimoni, lei disse in merito al suo assalitore: "Sì, lo perdono e lo voglio con me in Paradiso".
Alessandro Serenelli, questo il nome dell'assassino, fu condannato a trent’anni di prigione. Si pentì e si convertì solo dopo aver sognato Maria che gli diceva che avrebbe raggiunto il Paradiso. Nel Natale 1934, dopo esser stato scarcerato per buona condonna, chiese in ginocchio e ottenne perdono dalla mamma di Maria Goretti. Si ritirò quindi in un convento di Padri Cappuccini, dove rimase fino alla morte lavorando come giardiniere e portinaio.
E oggi, la porta della casa dove per l'ultima volta passò la santa bambina sopra una barella, per raggiungere l'ospedale di Nettuno, è diventata una porta giubilare, la seconda Porta Santa della diocesi di Latina dopo quella della Cattedrale di San Marco, nel capoluogo pontino. Lo scorso 20 dicembre il vescovo di Latina-Terracina-Sezze-Pri
ZENIT
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