ERA IL TRAMONTO DEL 3 OTTOBRE 1226






“Leone, Masseo, Angelo e Ruffino, avvicinatevi e toglietemi tutti i vestiti. Compagni di tante battaglie, non abbiate timore. Il Padre mi ha buttato nudo nel mondo e nudo voglio tornare tra le sue braccia. Voglio morire nudo come il mio Signore Gesù Cristo. Voglio morire tra le braccia di donna povertà e nel seno di madre terra, mia sorella. Spogliatemi dunque di tutti i vestiti”

I quattro frati obbedirono e, man mano che toglievano i poveri indumenti, le lacrime sgorgavano copiose. Anche Ruffino non riusciva più a trattenersi. Il corpo di Francesco era gonfio, paonazzo, martoriato dalle tante penitenze e malattie. Con la mano sinistra cercava di nascondere un po’ la piaga del costato.

Francesco continuò: “E ora mettetemi nudo sopra la nuda terra”
Poi disse ai frati: «Io ho fatto il mio dovere; quanto spetta a voi, ve lo insegni Cristo!»

Francesco, con gli occhi chiusi, si girò per baciare la terra in segno di riconoscenza, ma non ci riuscì. Allora appoggiò le sue mani sulla terra e disse: “Frate Leone, dì a fra Pacifico che canti. Cantate tutti.” Fra Pacifico cantò fino alla fine il “Cantico di frate Sole”.

Le lacrime dei frati si mescolavano con i gesti di tenerezza di Francesco e il loro dolore veniva addolcito dalle ultime parole del santo.
Era una scena che avrebbe commosso anche le pietre. Lacrime sconsolate scendevano sui visi di tutti e fu in quel momento che Francesco “stese la sua destra su di essi e la pose sul capo di ciascuno cominciando dal suo vicario: «Addio figli miei, vivete nel timore del Signore e conservatevi in esso sempre! E poiché si avvicina l’ora della prova e della tribolazione, beati quelli che persevereranno in ciò che hanno intrapreso! Io infatti mi affretto verso Dio e vi affido tutti alla sua grazia».

Benedisse tutti i frati presenti, quelli che erano in giro per il mondo e “quanti sarebbero venuti dopo di loro sino alla fine dei secoli”.
Nel frattempo dal bosco e da tutte le capanne vicine, si alzava senza sosta la melodia del “Cantico”.

Francesco disse: “Ben venga la mia sorella morte!”
E al medico: “Su, frate medico, dimmi pure che è prossima la morte, la quale sarà per me la porta della vita!”
Inaspettatamente l’agonizzante sembrò quasi riprendere le forze e nel tentativo di sedersi, esclamo con ansia e gioia insieme: “Sta arrivando! Sta arrivando!”
Poi chiese ai frati che, in onore di sorella morte, sul suo corpo spargessero polvere e cenere. Disse: “Con la mia voce ho invocato il Signore”. I frati proseguirono quel salmo.

Francesco aveva 45 anni.

Tutto era compiuto.

Nel suo giaciglio non si muoveva più.

Era il tramonto del 3 ottobre 1226. 

OFS Soccavo

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