IL DIAVOLO E I PECCATI IMPURI

 


Padre Domenico da Cese (1905-1978) fu cappuccino di santa vita, dotato di doni mistici particolari. Davanti al suo confessionale c’era sempre una lunga fila, che lo costringeva a saltare anche il pranzo.

Padre Pio dirottava molti suoi fedeli da padre Domenico da Cese, che operava in Abruzzo presso il santuario del Volto Santo di Manoppello.

Diceva ai pellegrini:

“Perché fate tanta strada per venirmi a trovare? Avete Padre Domenico…!”

Il Signore diede a padre Domenico delle sofferenze supplementari per riparare i peccati impuri dei sacerdoti che cedono alle tentazioni della carne.

Perciò, alla vita di incessante preghiera, il cappuccino affiancava dure penitenze, soprattutto in riparazione di questo tipo di peccati.

Per questo il diavolo lo picchiava e lo vessava senza tregua, soprattutto di notte, per disturbargli il sonno.

La sua arma contro il maligno era l’invocazione al Volto Santo di Cristo che si venera a Manoppello.

Un giorno, racconta il maresciallo Nicola Jacobone che spesso era ospite del convento, padre Domenico si intrattenne oltre cinque ore da solo con un uomo che abitava nei pressi di Pescara. Il maresciallo Jacobone lo aveva accompagnato in auto fino alla sua abitazione e lo aveva atteso fuori tutto il tempo. Finalmente, verso mezzanotte, padre Domenico uscì da quella casa. Sembrava molto preoccupato e gli raccomandò più volte di guidare con prudenza sulla via del ritorno.

Giunti a Manoppello, il maresciallo vide comparire dinanzi a padre Domenico la sagoma terrificante di un uomo tutto nero, alto circa due metri. Ne fu così sconvolto che estrasse la pistola per sparargli, pensando a un aggressore, ma il frate lo fermò. Era inutile sparargli, gli spiegò, perché era Lucifero, che subito sparì e si inabissò in un pozzo accanto.

Il diavolo era uscito dalla casa di quell’uomo che padre Domenico aveva convinto a rinunciare al peccato e voleva vendicarsi della bruciante sconfitta. Dopo la separazione dalla moglie, quel tale conviveva infatti con un’altra donna (cioè in peccato), e grazie a Padre Domenico aveva deciso di lasciarla per riconciliarsi con Dio.

Satana aveva quindi minacciato il cappuccino di spingere l’auto in un burrone sulla via del ritorno e padre Domenico aveva raccomandato al maresciallo di guidare con prudenza, invocando ripetutamente la protezione del Volto Santo di Gesù.

L’episodio mette in evidenza al contempo l’importanza della confessione sacramentale per risollevarsi dalle cadute e sottrarsi al potere del diavolo e la gravità dei peccati impuri in generale.

PREGHIERA:

Mio adorabile Salvatore che, per espiare i peccati, e specialmente quelli impuri, avete voluto che la vostra carne fosse orrendamente straziata, non permettete che tante vostre sofferenze siano vane per me; non tollerate che il vostro Sangue. Divino sia stato versato inutilmente per me! Venite in mio soccorso nelle lotte che debbo sostenere, per non cedere alle lusinghe del male.

Per le vostre sacre Piaghe, guarite le tante ferite inflitte dal peccato all’anima mia; distaccate il mio cuore da ogni piacere terreno, e da quanto può menomamente offuscare la sovrannaturale bellezza dell’anima mia.

Io vi ringrazio dell’amore che mi avete mostrato soffrendo ed espiando per me, detesto con tutta l’anima mia le offese, scaturite dalla mia malizia o sfuggite alla mia fragilità. Sono risoluto di amarvi, per quanto lo meritate, e per quanto io vi ho offeso; ma Voi conoscete la mia debolezza; perciò, venite in mio soccorso, ogni volta che il nemico tenta più violenti i suoi attacchi immondi.

O Gesù, Voi che vi pascete tra i gigli, liberatemi da ogni affetto impuro, che porrebbe ostacolo alle mirabili effusioni della grazia vostra nell’anima mia, e alla divina amicizia che a Voi mi unisce. C’è stato un tempo infelice, in cui io non Vi amavo; ora me ne pento con tutta l’anima mia. Io desidero tanto amarvi, e farvi amare anche dagli altri. Preservate dal male del peccato, singolarmente le anime a me più care, e quelle affidate alle mie cure.

In Voi o Signore, io pongo tutte le mie speranze; a Voi consacro il mio cuore; a Voi offro tutte le energie del mio corpo e tutte le aspirazioni dell’anima mia.

O Maria, Madre mia tenerissima, a Voi io ricorro fiducioso. A Voi, Vergine Madre, che non foste toccata da neo alcuno di colpa, né attuale, né originale, raccomando e affido la purità del mio cuore. Amen.

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