Sui “veggenti” stiamo con il Papa, ma l’attacco è alla fede e alla Chiesa
di Mario Adinolfi
Sui “veggenti” stiamo con il Papa, ma l’attacco è alla fede e alla Chiesa
Mi sono ritrovato più di una volta negli ultimi giorni a discutere della “questione dei veggenti” negli studi televisivi. Sullo sfondo una grande foto di Papa Francesco, con il suo monito piuttosto netto sul tema; nei servizi e tra gli ospiti storie di “apparizioni” che spesso hanno a che fare con Maria. Il talk show classico prova a raccontare una Chiesa ufficiale “molto prudente” e fenomeni popolari piuttosto accesi, con scienziati convocati alla bisogna che provano a ventilare l’ipotesi di reato di “abuso della credulità popolare”. Sono stato interrogato, è stata chiesta la mia opinione, io ho risposto. Voglio darvi conto della mia risposta perché credo che i lettori de La Croce siano interessati al tema.
Punto primo. Questo giornale, lo abbiamo dichiarato fin dal primo numero il 13 gennaio scorso, è con Papa Francesco aprioristicamente. Non abbiamo mai avuto la tentazione di altri, quella di insegnare al Papa come fare il Papa. Meno che mai ci sogneremmo di sostenere che sbaglia, anche quando non parla ex cathedra. Dunque, se ha ritenuto di dover dire una cosa ovvia ma importante, come quella secondo cui la fede si fonda su Gesù e non sui messaggi a orologeria dei veggenti, noi non possiamo che riportare e sottolineare. Chiaro, la fede si fonda su Gesù, chiaramente la nostra fede è riposta in Lui.
In televisione però mentre si cerca di fare a pezzi qualsiasi ipotesi di apparizione mariana, spiegandola con la “suggestione”, io ho avvertito una sensazione piuttosto fastidiosa. Che oggetto della delegittimazione di fenomeni che radunano molte persone in diversi luoghi europei non siano le apparizioni mariane, bensì l’idea stessa di fede. Quelle vengono infatti bollate come esperienze “scientificamente non provabili”, rivolte “a un popolo ignorante”, che si vorrebbe in qualche modo circuire. Uhm.
Mi è capitato di rispondere agli augusti scienziati, fisici, medici che mi guardavano con aria stupefatta che io sono nato il 15 agosto, giorno in cui si celebra l’assunzione in cielo di Maria non solo in spirito, ma anche in corpo; ho aggiunto poi che credo a un Tizio che trasformava l’acqua in vino, donava la vista ai ciechi, raddrizzava gli storpi, resuscitava morti e invece di fare jogging si faceva belle camminate sul lago di Tiberiade da cui ritornava affamato e, soprattutto, dovendo parlare a folle di migliaia di persone affamate anch’esse a cui provvedeva con cinque pani e due pesci, a un Tizio nato da una vergine che vergine era prima, durante e dopo il parto, a un Tizio che è risorto dai morti dopo tre giorio. Tre giorni dopo che, mentre era appeso su una croce, qualcuno che credeva solo a ciò che vedeva e toccava lo insolentisse con parole così: “Se sei davvero il Figlio di Dio come dici, scendi dalla croce. Vediamo ora se Elia viene a salvarti”. Sembravano scienziati da talk show.
Quel che voglio dire è che io non so quel che avviene davvero a Medjugorie o altrove, non sono prete e non voglio essere Papa, sono l’ultimo dei peccatori che si rimette alla Chiesa e alle sue determinazioni. Ma quando sento qualcuno dileggiare in televisione anche la meno certa delle apparizioni mariane mettendola sul piano della assenza di prove scientifiche, ecco, io sento aleggiare uno spirito maligno. Sento che a essere messa in discussione non è la singola apparizione, ma la sostanza stessa della nostra fede, che prevede che il sovrannaturale faccia irruzione nelle nostre vite, con logiche non misurabili dai parametri scientifici.
La Comunione dei Santi è composta da persone che hanno ottenuto miracoli presso nostro Signore, San Giovanni Paolo II ha intercesso per la guarigione medicalmente inspiegabile di molte persone, per arrivare a casi recentissimi e non volendo disturbare il sovrannaturale di cui è intrisa l’esperienza umana di Nostro Signore. Attenzione, dunque, a quelli che irridono la fede dei semplici sfoggiando lauree e titoli scientifici. La fede semplice, popolare, qualche volta immediata, è preziosa. Luoghi come Medjugorie saranno analizzati dovutamente dalle apposite commissioni. Io, ultimo dei peccatori, mi trovo semplicemente a dire che un luogo che ha provocato decine di migliaia di conversioni, che ha ascoltato milioni di persone in preghiera, è un luogo dove Gesù attraverso Maria c’è. La Regina della Pace lo conduce a noi, anche se non fossero vere le visioni di chi dice di ricevere i suoi messaggi. I luoghi dove tante persone si radunano in preghiera e si avvicinano a un percorso di fede che cambia le loro vite, sono luoghi che io non vedo come pericolosi. I luoghi pericolosi sono altri, magari gli studi di un talk show televisivo, dove qualche volta accanto a un semplice che dice di aver visto Maria e di averle parlato, il sinedrio di scribi e farisei pretende di fargli la morale. Gliela faccia chi è titolato a fargliela, la Chiesa in primis, che parla per bocca di Papa Francesco. Gli increduli, però, si tengano la loro complessiva incredulità, la loro ostilità verso la fede in sé, verso cui pure ostentano un falso rispetto.
Io resto convinto che l’essenziale sia invisibile agli occhi e che la Rivelazione è un miracolo illeggibile dagli scientifici parametri umani. La differenza tra noi e il mondo è questa: noi crediamo, loro no. E l’attacco irridente alla nostra fede in Gesù è costante e assume molte forme, si sostanzia di fatto in un attacco alla Chiesa, obiettivo ultimo di queste campagne.
13/06/2015
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