Leone XIII sul naturalismo massonico.

"Ma i naturalisti si spingono più oltre. Messisi audacemente, in questioni della massima rilevanza, per una via totalmente falsa, cadono a precipizio verso le estreme conseguenze sia per la debolezza della natura umana, sia per giusto giudizio di Dio, che punisce la superbia.
Così avviene che le stesse verità che si conoscono per il lume della ragione, quali sono certamente la esistenza di Dio, la spiritualità e la immortalità dell'anima umana, non hanno più per essi consistenza e certezza.
Orbene, la setta massonica, per un non diverso errore di rotta, va a urtare proprio contro questi scogli. Infatti, sebbene professino generalmente la esistenza di Dio, tuttavia essi stessi fanno fede del fatto che questa convinzione non è impressa con fermo assenso e stabile giudizio nelle menti dei singoli. E neppure dissimulano che tale questione intorno a Dio è presso di loro la fonte e la causa principale del dissidio; anzi è noto come anche di recente si ebbe tra di loro, su questo punto, una lieve contesa.
[...]
Persi questi che sono come i principi dell'ordine naturale, importantissimi per la conoscenza e per la pratica, appare facilmente quali saranno i costumi privati e quelli pubblici.

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